“Penso che nei prossimi giorni potremo avere una sorpresa e che sia la maggioranza dei presidenti a chiederci di fermarci e ripartire la prossima stagione. Vedo il sentiero per la ripresa sempre più stretto”. Le parole del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, rilasciate a Omnibus su La7, lasciano poco spazio all’immaginazione: il calcio, in Italia, va verso l’annullamento della stagione.
L’Italia come la Francia, il calcio verso l’annullamento della stagione
Il destino della stagione, fermata dall’emergenza coronavirus, è appeso a un filo. L’esempio di Olanda e Francia, che hanno deciso di sospendere i campionati, ha infatti creato uno spartiacque. “La scelta della Francia può spingere anche l’Italia e altri paesi europei a seguire quella linea” ha ammesso Spadafora. Tanti presidenti, Juventus in primis, stanno spingendo affinché il campionato venga annullato. Sia per ragioni di bilancio, sia perché hanno già trovato accordi con i loro calciatori sui tagli degli stipendi. Per tanti di loro sarebbe una boccata di ossigeno oltre che un’occasione per iniziare a programmare la prossima stagione in tranquillità evitando così un calendario troppo fitto di impegni ravvicinati. Anche chi voleva fortemente giocare, come ad esempio la Lazio con il presidente Claudio Lotito che aveva accusato il sistema di penalizzare i biancocelesti, sta prendendo consapevolezza del fatto che gran parte del calcio non remi dalla stessa parte.
Ufficialmente, però, la Lega ha espresso la sua contrarietà alle parole del ministro, rinfacciandogli un atteggiamento irrispettoso del patto concordato nell’ultima riunione, accordo che avrebbe consentito la ripresa degli allenamenti il prossimo 4 maggio. Adesso, tra Vincenzo Spadafora e il mondo della Serie A è ufficialmente guerra.
Gravina: non ascoltiamo gli scienziati
Sulle ultime parole di Vincenzo Spadafora si è espresso anche Gabriele Gravina, presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). Con parole assai critiche: “Il calcio muove degli interessi economici straordinari, ma è anche un fenomeno sociale di grande rilevanza. Il nostro mondo, per non correre rischi, dovrebbe aspettare il vaccino. Ma, ascoltando gli scienziati, dovremmo aspettare la primavera del 2021. Poi forse, per essere acquistabile nelle farmacie, ci vorrà un altro anno. Quindi dovremmo sospendere un’impresa sociale ed economica del nostro paese per tutto questo tempo?”.
Non firmerò la morte del calcio italiano
E ha proseguito: “Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi. Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con ‘è finita’ dico che, finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati. Io sto tutelando gli interessi di tutti”. Gabriele Gravina ha rincarato la dose, aggiungendo che secondo le sue stime, con un blocco dell’attuale stagione il mondo del calcio italiano perderebbe qualcosa come 800 milioni di euro. Giocando a porte chiuse invece, il danno economico sarebbe limitato a soli 300 milioni.
Al di là delle mille scaramucce, più o meno giustificate, di certo c’è che nulla è ancora deciso. L’incontro tra presidenti e autorità quasi certamente chiarirà gli ultimi dubbi. Saranno decisivi i prossimi giorni, ma tutto lascia presagire che la direzione del calcio sia quella che porta all’annullamento dell’intera stagione per riprendere, già a settembre, con la nuova. “Penso che i vertici del calcio dovrebbero iniziare a pensare a un Piano B” ha concluso Spadafora mettendo forse la parola fine alla diatriba scoppiata negli ultimi giorni tra i presidenti di Serie A.
Il calcio va verso l’annullamento e, a meno di clamorose sorprese, quella 2019-20 verrà ricordata come la stagione mai conclusa.