Giugno è un mese pesante per quanto riguarda le scadenze tributarie. E tra queste non va certamente dimenticato il calcolo Imu Tasi. Anche se l’Imu non deve essere versata per le abitazioni principali, sono comunque molti gli immobili per i quali è dovuto il versamento dell’Imu. E poi ci sono da considerare le esenzioni e le riduzioni Imu per determinate categorie di edifici. Andiamo quindi a scoprire tutti i dettagli sul calcolo Imu, la scadenza, le aliquote e le esenzioni previste.
Qual è la scadenza Imu?Il pagamento dell’Imu è suddiviso in due rate, per cui ci saranno due scadenze Imu: una per l’acconto e una per il saldo dell’imposta.
La prima scadenza dell’Imu, ovvero quella per il versamento dell’acconto è il 16 giugno. La seconda scadenza dell’Imu, sarà invece il 16 dicembre, termine ultimo per il pagamento del saldo. Entro tale data dunque, si dovranno chiudere i conti con gli importi derivati dal calcolo Imu.
Se l’ultimo giorno utile per il pagamento è un sabato o una domenica, la scadenza è automaticamente prorogata al primo giorno lavorativo successivo – per cui per il 2018 si potrà pagare la prima rata entro il 18 giugno, e il saldo entro il 17 dicembre.
L’Imu prima casa non deve essere pagata, purché si tratti di prime case non di lusso. Se la nostra abitazione principale appartiene alle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 dovremo pagare usando l’aliquota Imu prima casa dello 0,4%. Negli altri casi l’aliquota Imu è dello 0,76%. I Comuni hanno comunque il potere di aggiungere o togliere fino a 0,2 punti percentuali all’aliquota Imu prima casa, e fino a 0,3 punti percentuali all’aliquota Imu per gli altri casi. In ogni caso, per conoscere il valore dell’aliquota stabilito dal proprio Comune, è sufficiente consultare il sito del Mef e verificare le eventuali delibere emesse a riguardo. Se quando decidiamo di calcolare e pagare la prima rata Imu, il comune in cui si trova il nostro immobile non ha ancora deliberato le aliquote Imu, possiamo effettuare il calcolo dell’acconto con l’aliquota dell’anno precedente. Per quanto riguarda il pagamento del saldo, dobbiamo controllare che il nostro comune abbia pubblicato il regolamento relativo all’Imu entro il 28 ottobre. Se non lo ha fatto, dobbiamo utilizzare per il calcolo Imu, l’aliquota dell’anno precedente – in ogni caso fa fede quanto pubblicato sul sito del Mef.
Il primo passo del calcolo Imu consiste nel sapere la rendita catastale del nostro immobile. Bisogna poi rivalutare il valore trovato del 5% (Rendita catastaleX105/100). Entriamo così nella terza fase del calcolo Imu, nella quale procediamo a moltiplicare il risultato ottenuto per il relativo coefficiente, diverso a seconda del tipo di immobile. Per le abitazioni e pertinenze comunque il coefficiente è 160, per gli uffici invece è 80 e per i negozi è 55.
Nella seguente tabella troverete i moltiplicatori, ovvero i coefficienti relativi a ogni categoria catastale:
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MOLTIPLICATORE | CATEGORIA CATASTALE
160 | Tutto il gruppo catastale A (A/10 escluso), C/2, C/6 e C/7
140 | Tutto il gruppo catastale B, C/3, C/4 e C/5
80 | Categorie A/10 e D/5
65 | Gruppo catastale D (D/5 escluso)
55 | Categoria C/1
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Il valore che abbiamo così ottenuto rappresenta la base imponibile Imu. Per calcolare l’imposta dobbiamo provvedere a moltiplicare la base imponibile per l’aliquota Imu fissata dal comune per quella specifica unità immobiliare. Il risultato così ottenuto dobbiamo dividerlo per due visto che il pagamento avverrà in due tranche. Se l’immobile su cui abbiamo calcolato l’Imu è una prima casa di lusso – e quindi si trova nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9, dovremo detrarre dall’imposta la detrazione base di 200 euro, prima di dividere quanto ottenuto per due.
Supponiamo di calcolare l’Imu su un’appartamento-seconda casa con una rendita catastale pari a 800 euro. La rendita catastale rivalutata sarà pari a (800X105/100=840 euro), per trovare la base imponibile dovrò moltiplicare la rendita rivalutata per 160 (160X840=134.400 euro).
Se il Comune in cui si trova l’appartamento pubblica il regolamento Imu solo nel mese di settembre – un problema che si verifica spesso -, e l’aliquota Imu 2017 è pari al 1,04% e quella relativa al 2018 è del 1,06%, la prima rata da pagare sarà il risultato del calcolo dell’Imu complessiva dovuta a giugno pari a (134.400X1,04%=1397,76 euro).
L’importo complessivo da versare deve essere arrotondato all’euro superiore o inferiore come nel calcolo dell’Irpef – e quindi 734,49 euro diventano 734,00 euro, mentre 1.238,50 euro diventano 1.239 euro. Nell’esempio che abbiamo fatto dovremmo arrotondare per eccesso i 1397,76 euro a 1.398 euro. La metà da versare entro il 18 giugno come prima rata Imu 2018 sarà pari a 699,00 euro.
Analogamente il saldo sarà il risultato del calcolo dell’Imu 2018 pari a (134.400X1,06%=1.424,64 euro)
L’ importo complessivo dell’Imu 2018 dovrà essere arrotondato a 1.425,00 euro. Il saldo sarà pari alla differenza tra quanto complessivamente dovuto e quanto abbiamo pagato con la prima rata (1.425-699=726 euro).
Nell’esempio di calcolo non abbiamo fatto ipotesi più complicate. Per esempio se avessimo comprato l’appartamento a maggio, l’Imu sarebbe dovuta solo per sette mesi, e quindi dovremo pagare i 7/12 dell’imposta. Se abbiamo acquistato l’immobile insieme ad altre tre persone con la stessa percentuale di possesso, sarà a nostro carico solo 1/4 dell’Imu…
Se siamo in difficoltà con i calcoli possiamo anche ricorrere a una delle tante risorse online che permettono di calcolare prima rata e saldo Imu 2018. In questi casi dovete ricordarvi che prima di utilizzare questi strumenti dovete avere:
Ecco alcuni esempi di calcolatore online Imu:
(Testi a cura di Beatrice Elerdini e Roberto Bosio)
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