A seguito del Consiglio dei ministri di ieri Primo Maggio, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha rilasciato un’intervista in cui ha spiegato alcuni fondamentali del decreto.
Un’occasione perfetta per la ministra in cui ha parlato dei risultati ottenuti con l’approvazione della manovra attraverso la quale hanno confermato il taglio sul cuneo fiscale di altri due punti.
Il governo Meloni ha un altro scopo, ossia quello di prorogare il taglio del cuneo fiscale che al momento è stato fissato fino agli ultimi giorni del 2023. Sono queste le parole pronunciate da Marina Calderone, la ministra del Lavoro la quale, durante un’intervista, ha affermato che attraverso la manovra hanno confermato il taglio di due punti sul cuneo fiscale mentre gli ulteriori 4 punti faranno in modo che, per coloro che hanno un reddito che non supera i 25.000 euro, si ottenga una diminuzione del 70% del prelievo contributivo. Invece, coloro che ottengono un reddito fino a 35.000 euro, la riduzione sarà del 60%.
In base alle parole della ministra Calderone, il progetto su cui sono a lavoro è quello di fare in modo di realizzare le condizioni per trasformare tale intervento in qualcosa di strutturale “Ci deve essere una situazione che lo consente. Bisogna agire con prudenza con attenzione ai conti”. Calderone quindi parla di prudenza e impegno anche per quanto riguarda la probabilità di tagliare i contributi per i redditi che vanno oltre i 35.000 euro.
In base a ciò che afferma la ministra Calderone, non c’è nessun rischio di precarizzazione a seguito dell’approvazione delle norme sul decreto lavoro riguardo ai contratti a termine. Si tratta di un intervento che va a cancellare le causali di difficile applicazione e che spesso potevano dar vita ad un contenzioso. Inoltre, in base a ciò che aggiunge, il decreto “affida alla contrattazione collettiva la definizione delle causali. Poi c’è una clausola per cui laddove non c’è una previsione da parte del contratto si dà alle parti la possibilità di prorogare per una finestra temporale limitata con un richiamo alle ragioni tecnico produttive”.
Calderone pone l’attenzione anche sui numeri del contratto a termine secondo i quali la questione delle causali comprende il 2,5% dei contratti a termine. Infatti, il 97% dura meno di un anno. Sottolinea anche per ciò che concerne i patti individuali, la scadenza è stata fissata al 30 aprile del 2024 così da dare tutto il tempo necessario “normare l’aspetto delle causali” per la contrattazione collettiva.
La ministra Marina Calderone ha affrontato anche un altro tema molto importante, ossia quello del lavoro: “Se il contratto è a tempo determinato il raggio è più limitato, nell’arco di 80 chilometri dalla residenza. Il nostro obiettivo è di poter portare al lavoro quante più persone possibili in tempi brevi anche perché abbiamo forti richieste da parte delle aziende che in questo momento hanno bisogno”.
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