Il leader della lista Azione/Italia Viva Carlo Calenda si dice fiducioso riguardo al risultato elettorale che otterrà la sua formazione nelle prossime elezioni politiche generali del 25 settembre.
L’ex ministro del governo Renzi conia un nuovo epiteto per il proprio gruppo: “baricentro”, termine che vuole indicare la linea politica del partito centrista nella prossima legislatura.
Calenda non dà credito ai sondaggi
Comincia rivolgendosi ai suoi compagni di partito con una battuta Carlo Calenda, per il quale i sondaggi non dovrebbero interessare gli esponenti di Azione/Italia Viva poiché falsati. Dal momento che il Terzo Polo si identifica come la formazione del “fare”, del pragmatismo a-ideologico, al pari del partito anche i suoi elettori sono lavoratori impegnati ed instancabili che quindi non avrebbero modo di perdere il loro tempo per rispondere alle improduttive domande dei sondaggisti.
Al di là del motto di spirito, e di quanto fotografi più o meno una realtà magari presente, da Calenda trapela sicuramente ottimismo. Nonostante il partito venga valutato con un potenziale che oscilla tra il 6 e l’8 percento, l’Eurodeputato romano è convinto che il gruppo otterrà un risultato assai più significativo nelle urne.
Non solo: secondo Calenda per poter mettere in atto la strategia che avrebbe in mente per il partito, quest’ultimo non ha nemmeno la necessità di toccare gli apprezzamenti che ha in testa il suo leader (che per probabile scaramanzia non rivela), per il quale sarebbe sufficiente un dato intorno al 10-12%.
Il baricentro della politica italiana
La domanda che ora sorge spontanea è: per fare cosa? Quale strategia ha in mente Calenda con il suo partito al 10%? L’idea è quella di divenire il baricentro della prossima legislatura.
Non un ago della bilancia, espressione che non trova il gradimento dell’ex PD poiché riporterebbe alla mente il periodo craxiano degli anni ’80, quando il PSI fungeva da ago tra i due piatti della bilancia della DC e del PCI.
Qui secondo Calenda non si ha a che fare con due forni tra cui mediare, ma con un nuvolo di formazioni abbastanza contenute nei numeri e la corazzata Fratelli d’Italia. Quindi Azione/Italia Viva più che essere un ago che oscilla dovrebbe essere il baricentro, il punto di equilibrio di Parlamento e Paese.
Grazie a questa centralità, che lo renderebbe decisivo per qualunque votazione, Calenda vorrebbe imporre il nome di Mario Draghi come “nuovo” Presidente del Consiglio dei Ministri, sfruttando il proprio peso parlamentare per inibire la richiesta di potere di Giorgia Meloni.
Tutto ciò non solamente per la forza numerica del partito, bensì anche perché ottenere quel risultato ai seggi significherebbe che la formazione centrista sarebbe riuscita nel suo intento di rosicchiare progressivamente l’elettorato deluso di Forza Italia, andando contemporaneamente a ridurre la forza d’imposizione del Centrodestra di Meloni, di cui appunto FI è una delle componenti.