Carlo Calenda, leader della lista Azione/Italia Viva, chiede chiarezza riguardo ai partiti e agli esponenti politici che avrebbero ricevuto fondi dalla Russia per perseguire gli interessi di Mosca.
La richiesta del capo del terzo polo arriva dopo la notizia di un report dell’intelligence U.S.A. che proverebbe come il Cremlino abbia distribuito soldi a forze politico-istituzionali in cambio dell’appoggio di queste alla politica estera di Putin.
Carlo Calenda, leader di Azione, partito che nelle elezioni del 25 settembre si presenta unito in un’unica lista elettorale con il gruppo di Renzi Italia Viva, chiede a gran voce la desecretazione del report U.S.A. che indica i partiti e gli esponenti pubblici che hanno ricevuto fondi dalla Russia in cambio di politiche favorevoli alla strategia di potenza moscovita.
Secondo l’eurodeputato romano è fondamentale conoscere le figure incriminate dalla relazione statunitense affinché gli elettori possano compiere la loro scelta nelle urne nel modo più consapevole possibile.
Per il leader di Azione comprendere se il rappresentante che si vorrebbe votare agisce per il bene dei propri rappresentati o per gli interessi del proprio finanziatore estero risulta un discrimine imprescindibile.
La richiesta arriva anche perché non pochi ritengono possibile la presenza nell’elenco dell’intelligence dei nomi di politici o partiti italiani, vista la vicinanza più o meno recente di alcune formazioni di Centrodestra al leader russo Vladimir Putin.
Ciò a cui fa riferimento Calenda nella sua invettiva è un resoconto prodotto dai servizi segreti statunitensi che dimostra come dal 2014 la Federazione Russa abbia speso più di 300 milioni di Dollari nel finanziare gruppi politici e civili favorevoli a Mosca.
La richiesta di maggior chiarezza è invece dovuta al fatto che i dettagli dell’inchiesta non sono stati resi pubblici e Washington ha preferito informare direttamente i singoli governi coinvolti tramite dispacci diplomatici secretati.
Proprio in virtù del delicato periodo che sta attraversando la Penisola giunge l’appello di Calenda a rendere pubblici i file: poiché l’Italia è chiamata a sostituire il proprio governo, è opportuno che i cittadini sappiano se starebbero votando politici legati a Roma o spie in incognito del presidente russo.
Anche senza puntare il dito contro nessuno, più di un esponente ha lasciato intendere che i nomi contenuti nell’indagine potrebbero trovarsi tra le fila della coalizione di Centrodestra. È infatti nota la storica vicinanza ed amicizia di Silvio Berlusconi con lo stesso Putin, mentre la Lega di Salvini ha tuttora in corso di validità un accordo di cooperazione con Russia Unita, il partito personalistico di Putin.
Calenda va alla carica, chissà se sarà ascoltato e soddisfatto nella sua richiesta; nel mentre lo scontro politico si fa sempre più incandescente in quella che appare una tornata elettorale fondamentale per il futuro della nazione.
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