E’ guerra aperta tra Carlo Calenda, fondatore di Azione e Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Una lite via social che ha messo la parola fine alla loro alleanza e alla nascita del Partito unico, definito oramai un progetto morto e sepolto.
I leader dei due partiti, dopo la riunione di oggi in Aula al Senato, per il voto sul decreto Pnrr, non sono riusciti a scambiare due parole in presenza e vanno avanti a colpi di comunicati e botta e risposta attraverso le loro pagine social.
Il leader del partito di Azione, Carlo Calenda, ha rilasciato importanti dichiarazioni circa la morte definitiva del partito unico, ovvero l’unione tra Italia Viva e Azione:
“Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori”.
Un botta e risposta via social tra Calenda e Renzi a suon di accuse e di scarica barile. Calenda ha anche aggiunto che gli esponenti di Italia Viva insieme al suo leader non hanno perso occasione con dichiarazioni avvelenate e insulti personali.
Ne Calenda con Azione, ne Renzi con Italia Viva, si prendono le responsabilità della morte del partito unico. L’uno scarica le accuse all’altro, saltando cosi la riunione programmata in serata. In queste ore i due leader hanno messo in atto una lite via social.
Proprio questa mattina, Carlo Calenda, sul suo profilo Twitter, ha pubblicato un articolo di giornale riportato dalla Stampa, con una forte affermazione di Renzi nei confronti del leader di Azione, poi smentita dallo stesso:
“In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo perché non vedo un motivo politico per la rottura. E la Leopolda si farà”.
Mentre Calenda sembra essere sempre più deciso sulla morte del partito unico, Renzi, invece, ha dichiarato che con qualche piccola modifica del documento, Italia Viva è pronta a firmare l’accordo.
Le motivazioni per la quale i due partiti non riescono a trovare un accordo riguardano principalmente un problema di tipo economico: Calenda chiede che entrambi le parti debbano corrispondere il 70 per cento delle risorse ricevute con il 2 per mille oltre a una somma iniziale di 200mila euro per finanziare il congresso; Renzi, invece, vuole cedere solo il 50 per cento del 2 per mille.
Tale considerazione fa pensare che il leader di Italia Viva non sembra convinto dell’alleanza e quindi non motivato a investire in un nuovo progetto. L’altro punto sul quale c’è attrito tra i due partiti riguarda la questione della Leopolda. Calenda avrebbe chiesto a Renzi di non tenerla più.
Il leader di Italia Viva, su Twitter ha spiegato quanto sia importante non solo per lui ma per tutti coloro i quali decidono di avvicinarsi al mondo politico.
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