Il leader di Azione torna a parlare del “divorzio” da Italia Viva e ammette degli errori. Carlo Calenda afferma di aver usato toni troppo forti. Il politico romano ha inoltre lanciato una sorta di “ramoscello d’ulivo” a Matteo Renzi, ribadendo come sia per lui ingiusto ritenerlo un mostro ma ritenendo il loro progetto di un Terzo Polo comune ormai fallito.
Raggiunto da SkyTg24, Carlo Calenda, leader di Azione, ha parlato nuovamente dello strappo e allontanamento da Italia Viva di Matteo Renzi. Il politico romano ha ammesso di aver commesso qualche errore e di aver utilizzato termini e toni troppo forti nei giorni scorsi, nel commentare il divorzio dall’ormai ex alleato.
“Io ho risposto una volta e l’ho fatto con un post sbagliato, perché i toni erano troppo forti e ho fatto male” ma è stato l’unico, solo attacco personale e io ne ho ricevuti valanghe” le parole di Carlo Calenda, leader e fondatore di Azione ai microfoni di SkyTg24, commentando il divorzio da Matteo Renzi e la sua Italia Viva.
La lite scatenatasi nel Terzo Polo ha suscitato un “divorzio“, frantumando così la possibilità di un partito unico. Un’intervista, quella rilasciata da Calenda, nella quale si è aperto a tutto tondo, ammettendo errori e problematiche: “Questo divorzio lo stiamo pagando nei sondaggi ma soprattutto personalmente. Ho fatto questo notte e giorno da quando ci sono state le elezioni, ma non sono in grado di obbligare la controparte a fare qualcosa che non vuole”.
Ha quindi poi dichiarato che per il momento i due gruppi parlamentari dei partiti del Terzo Polo continueranno a rimanere uniti, poiché “paradossalmente sul merito delle questioni si lavora bene”. Ha quindi aggiunto una nuova frecciatina a Renzi, aggiungendo “Vediamo cosa vuol fare Renzi nella vita. Io quello non lo so, ho rinunciato a capirlo”.
Il leader di Azione ha poi espresso il suo parere sul nuovo segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, specificando come si trovino su due lunghezze di pensiero diverse, una distanza a dir poco “siderale“: “Sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra”.
Calenda ha poi espresso perplessità sulla nomina a inviato della Comunità Europea nel Golfo Persico dell’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Io non lo avrei scelto. Ha preso ogni posizione politica in vista del proprio interesse personale, il che non penso che sia consono a quel tipo di ruolo”.
E non è finita qui, poiché ha voluto dire la sua anche sulle polemiche relative alla festa della Liberazione di domani 25 aprile, spiegando come benché ritenga non esserci un pericolo di ritorno al fascismo in Italia, ritenga come sia un problema culturale da combattere in primis nelle scuole, aiutando i più giovani a capire di cosa si è trattato.
Infine, Carlo Calenda ha annunciato la sua presenza domani alle 10 al Pantheon con le associazioni partigiane in difesa e a sostegno del popolo ucraino, e ha aggiunto la sua intenzione di portare i figli a una visita privata delle Fosse Ardeatine.
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