Non sono solito parlare di Videogiochi in questa rubrica ma quando ho visto il trailer del nuovo capitolo di Call of Duty, intitolato WWII, ossia World War II, non potevo che scrivere due righe. Il brand COD è stato uno dei primi che mi ha preso talmente tanto da giocare ore e ore senza che mi accorgessi che il tempo passava. Mi ricordo le battaglie nei team, gli scontri con i compagni di classe per recuperare un solo approvvigionamento. E poi mi ricordo il declino degli ultimi capitoli. Disastro.
Da grande fan e appassionato del titolo videoludico, soprattutto di Call of Duty 4 e Modern Warfare 2, alla disperata ricerca di un titolo che si avvicinasse anche solo lontanamente a quell’esperienza di gioco. L’inizio del valzer dei cambiamenti: prima la strada Battlefield, poi quella Medal of Honor e il ritorno al Pc per giocare a Brother’s in Arms ma niente, nulla mi ricordava quel gioco, quel titolo che tanto amavo.
È ovvio che sono andato avanti, più per inerzia che per passione, con Modern Warfare 3 e poi con Ghost e il ritorno di Black Ops, forse il meno peggio. Ma adesso? Ora sembra essere ritornati nel passato. Quell’atmosfera tra il tragico e l’affascinante della Seconda Guerra Mondiale. Lo sbarco in Normandia in Call of Duty 2 è stato uno dei momenti più emozionanti della mia storia, seppur breve, da videogiocatore. L’emozione di vedere un simulatore di gioco che ti porta dentro quegli avvenimenti storici, quei momenti così fondamentali e allo stesso tempo sensibili che hanno attraversato la storia dell’uomo. È stato incredibile, me lo ricordo come se fosse ieri ma in realtà sono passati anni.
Insomma, le premesse per godesrsi un gran giocone quest’anno ci sono tutte. Call of Duty WWII sembra aver davvero tutte le caratteristiche per rimanere nei nostri cuori, nella nostra mente e nelle sensibilità più profonde. «Non vogliamo evitare la Storia. Vogliamo essere rispettosi. Sono accadute cose davvero oscure durante il conflitto, e sarebbe stato profondamente sbagliato da parte nostra ignorarle» queste sono le parole del game director Bret Robbins riportate da The Game Machine (e inizialmente da Mashable). Dichiarazioni forti anche perché da sempre COD è un gioco acquistato e giocato per la maggior parte da ragazzi giovani, adolescenti. Ma è un punto a favore di COD che deve tornare a fare prodotti con un senso e legati alla storia davvero accaduta. Sarà interessante capire la campagna quanto e come sarà reale e se la versione Zombie (che a me non è mai piaciuta ma è la più giocata) verrà confermata oppure cancellata. Anche se opto per la prima.
E si chiaro: della parte politica, strategica ci interessa fino a un certo punto. Certo che è interessante sapere i VERI retroscena, le VERE scelte da parte dei capi nazione o di Capitani e Generali ma ciò che ci interessa ancora di più è il rapporto umano e di amicizia che si crea tra i soldati, del rapporto dei soldati con i “nemici” e con il resto del mondo.
Ho rivisto il trailer una decina di volte e devo ammettere che mi ha sorpreso vedere pochissimo di gameplay: ovvio, nessuno si spoilera il gameplay così tanto tempo prima dell’uscita del videogioco (3 Novembre 2017) però mi sarei aspettato almeno una scena seria di quello che potremo vedere e invece nada. Però sono sincero, questo ritorno al passato mi gasa molto e con tutta probabilità andrò dritto per dritto con la prenotazione del titolo. Call of Duty: WWII è il ritorno della nostra storia, il ritorno del passato.
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