Ancora sversamento illecito di rifiuti, questa volta in Sicilia. Ad emettere un provvedimento contro 8 persone è stata la Procura di Gela ed ha contestato, a queste persone, diversi reati, fra cui anche quello di combustione.
La tutela dell’ambiente ha portato la Polizia ad individuare e ad intercettare diversi soggetti che, ora, dovranno rispondere di varie accuse.
Proteggere l’ambiente nel quale viviamo è un dovere di ciascuno di noi. E questo lo sanno bene anche le Forze dell’ordine che, ogni giorno, combattono contro chi inquina e chi sversa illegalmente i rifiuti, danneggiando l’ecosistema ed il territorio nel quale viviamo.
Una delle ultime operazioni, proprio a protezione e a tutela dell’ambiente stesso, si è avuta a Gela, in provincia di Caltanissetta. Qui, i Poliziotti del locale commissariato, hanno individuato e stanato, in tutto 14 persone (di cui 8 raggiunte da misure cautelari), che sversavano e, anche, incendiavano rifiuti di ogni genere, provocando un ingente danno all’ambiente circostante.
La Procura della cittadina siciliana ha emesso un’ordinanza contro questi soggetti, dei quali per 4 di loro è previsto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, ad altri 4 sono stati sequestrati dei mezzi pesanti che dovranno esser sottoposti ad accertamenti.
Mezzi che erano stati usati per sia per l’abbandono che lo sversamento di rifiuti non ben accertati, su di un terreno adibito abusivamente a discarica.
Le restanti altre 6 persone sono indagate. Le indagini hanno portato, per i soggetti indagati, alla sospensione di qualsiasi licenza o autorizzazione sia per il trasporto che per lo smaltimento di altri tipi di rifiuti, poiché sono emerse, dalle indagini, alcune novità che sono ancora poco chiare agli inquirenti.
Gli indagati, infatti, riuscivano anche a trarre profitto, non solo dallo sversamento illecito del rifiuto, ma anche dalla rivendita di ferro che riuscivano a ricavarne, una volta incendiati alcuni cumuli. Il tutto sempre in modo illegale e senza alcun rispetto o tutela ambientale.
Per quest’ultima accusa, per un imprenditore di Niscemi è stato anche notificato l’accusa ed il reato di ricettazione. Le indagini e gli accertamenti ambientali sono ancora in corso, grazie anche all’aiuto dell’Arpa. Quest’ultima, infatti, ha individuato che, nel materiale che illecitamente veniva smaltito, erano presenti anche dell’amianto e dei metalli pesanti che, come sappiamo, vanno smaltiti in altro modo perché estremamente pericolosi.
Le indagini proseguono anche per capire se ci sono altri terreni contaminati dallo sversamento di rifiuti illegali. Una pratica che, purtroppo, continua ancora ad avvelenare i nostri territori, facendo s’ che, in ogni singola regione d’Italia, si allarghi sempre di più, a macchia d’olio, una “terra dei fuochi”.
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