25 ettari e 2 milioni di metri cubi di rifiuti: benvenuti a Calvi Risorta, la discarica abusiva più grande d’Europa, nell’area in cui un tempo sorgeva la fabbrica Pozzi Ginori. Siamo in provincia di Caserta, nella parte più alta del territorio, lontani da quell’area che abbiamo imparato a conoscere come Terra dei Fuochi, ma ugualmente avvelenata da gente senza scrupoli, che non ha esitato ad interrare rifiuti industriali, dunque classificati come speciali, sulla cui pericolosità si dovranno esprimere gli esperti nel più breve tempo possibile. Intanto di questa ennesima vicenda di inquinamento territoriale della Campania se ne occuperà Servizio Pubblico nell’ultima puntata di giovedì, ripartendo dalle parole del pentito di camorra Carmine Schiavone: ma quest’ultimo scempio emerso nell’area ex Pozzi Ginori, secondo quanto emerge dall’indagine portata avanti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, potrebbe non essere un frutto avvelenato degli interessi delle organizzazioni criminali, ma di semplici imprenditori senza scrupoli.
Da venerdì scorso sono in corso nell’area sequestrata gli scavi, e ad ogni metro di terra emerge un cimitero di veleni, fatto di fusti di solventi e chissà quanti altri scarti industriali sepolti per decenni nel silenzio, o peggio ancora, nella complicità di chi sapeva e ha taciuto, sfregiando il territorio e condannando probabilmente gli abitanti della zona a morire. Per quanto, come già avvenuto nella cosddetta Terra dei Fuochi, non sia stata trovata una correlazione certa tra rifiuti interrati e l’aumento di patologie, qui la gente continua a morire di cancro alla vescica ed altre forme di tumore, come denuncia il parroco di Caivano Don Patriciello, da tempo in prima linea per chiedere di bonificare questa terra ammalata di veleni, malaffare, indifferenza istituzionale e complicità criminali.
Secondo Claudia Salvestrini, direttore operativo del Consorzio Polieco per il riciclaggio dei rifiuti di beni a base di polietilene, ‘qui a Calvi Risorta il disastro è stato provocato non dalla camorra, ma da imprenditori esperti nell’interrare rifiuti, visto che hanno coperto i vari strati di rifiuti con strati di terra in modo da evitare emissioni gassose che sarebbero state visibili. Gli interramenti, iniziati circa 30 anni fa, sono andati fino almeno al 2002-2003‘. Gli esperti stanno raccogliendo i campioni per le analisi, e a detta del consulente del pm i rifiuti potrebbero anche essere nuovamente interrati se non dovessero risultare nocivi: un’ipotesi che se confermata ci parrebbe, oltre che assurda, anche di difficile attuazione, visto che la popolazione si ribellerebbe con ogni mezzo. Al momento è ancora troppo presto per compiere valutazioni e fare ragionamenti sulla pericolosità dei rifiuti scoperti senza certezze in materia, ma la conferma di come questa territorio sia stato utilizzato come sversatoio non solo di tutto il Paese, ma anche di buona parte d’Europa, è da considerare senza esitazioni un crimine contro l’umanità, crimine di cui qualcuno, prima o poi, speriamo paghi il conto.
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