Con l’aumento delle temperature degli ultimi anni, gli scienziati prevedono che entro il 2027 compariranno 15mila nuovi virus, i quali potrebbero contagiare anche l’essere umano.
A quanto è emerso da una recente ricerca della Georgetown University, i cambiamenti climatici e gli habitat innaturali nei quali vivono forzatamente alcune specie di animali, potrebbero causare il contagio di alcuni nuovi virus anche sull’essere umano.
Solo il lieve aumento delle temperature, nel giro di pochi anni potrebbe causare il cosiddetto “salto di specie“, processo in cui gli animali si spingerebbero fino ad aree diverse rispetto a quelle in cui vivono generalmente. Entrerebbero così in contatto con altre specie, generando dunque una catena di altre forme di virus.
Detto questo, entro il 2027 potrebbero essere rilevati ben altri 15.000 virus, rispetto ai 10.000 attualmente in circolazione. Per evitare il dilagarsi di questi ultimi, hanno spiegato gli studiosi, è necessaria una maggiore sorveglianza degli habitat in cui potrebbero trovarsi a convivere specie differenti.
La correlazione tra la crescita esponenziale delle malattie contagiose e la temperatura attuale del nostro pianeta, è proprio il surriscaldamento globale, che ha cambiato il clima di svariati ambienti come ad esempio le foreste nella Cina del Sud, creando le condizioni perfette per la comparsa e la diffusione di batteri pericolosi per l’umano, ma anche la difficile vivibilità a causa del calore che aumenta pericolosamente.
Un docente di oceanografia dell’Accademia Cinese delle Scienze Yupin Guan, sostiene che:
“le zanzare tropicali che trasportano virus probabilmente si sposteranno verso nord, causando focolai esplosivi durante le estati sempre più torride”.
Entro i prossimi cinque anni tutta la popolazione mondiale sarà protetta da un sistema globale di allerta precoce contro alluvioni, tsunami e ondate di calore. Il meccanismo proteggerà le falle che oggi lasciano esposti agli eventi climatici gravi, più di 2,5 miliardi di persone.
Un altro campanello d’allarme è l’aumento di 2ºC rispetto alla temperatura del periodo preindustriale, che è considerata la soglia oltre la quale è possibile un rischio maggiore che si verifichino cambiamenti ambientali allarmanti e catastrofici a livello mondiale.
E’ per questo che la comunità internazionale riconosce la necessità di mantenere il riscaldamento sotto i 2ºC e non oltre.
Sarà assolutamente necessario un immediato ed intenso programma di ricerca e sviluppo sull’efficienza energetica e sulla transizione verso fonti meno inquinanti. Gli edifici poi, dovrebbero produrre l’energia necessaria alla loro costruzione, al mantenimento e allo smantellamento apposito per il riciclo dei componenti.
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