Nel 2021 una cameriera rimase bloccata per oltre 2 ore in una cella frigorifera, oggi è arrivata una pesante sanzione per l’azienda per cui lavorava.
L’incidente è avvenuto in un ristorante londinese della nota catena “Pret a Manger” e dalle indagini condotte in questi anni è emerso che la ditta non aveva mai effettuato un’adeguata valutazione dei rischi per i propri dipendenti, significa che questi lavoravano in condizioni non sicure. Il Consiglio di Westminster, commentando la sanzione di 930mila euro imposta all’azienda, ha detto: “Speriamo che questa multa sia un avvertimento per tutte le imprese”.
La catena di caffetterie e fast food “Pret a Manger” è nota in tutto il mondo e conta oltre 500 ristoranti in diversi continenti. Oggi ne parliamo per motivi ben diversi dall’ottima reputazione in fatto di cibo, infatti alcuni anni fa le pagine di cronaca parlavano di una dipendente rimasta bloccata per circa 2 ore e mezza all’interno di una cella frigorifera.
L’incidente poteva costarle la vita, invece venne salvata in condizioni terribili. I medici verificarono uno stato quasi ipotermico, condizione data dal fatto che quel giorno indossasse solo jeans e maglietta, in ogni caso nessun tipo di abbigliamento avrebbe potuto salvarla dall’ambiente gelido del frigorifero. La dipendente della catena lavorava nella caffetteria di Londra e l’episodio diede il via a delle indagini da parte delle autorità competenti.
La situazione era inizialmente molto delicata, infatti se le condizioni della donna fossero peggiorate o se fosse rimasta bloccata più a lungo, avrebbe potuto morire e oggi l’azienda non avrebbe dovuto fare i conti con una multa di 930mila euro (800mila sterline) ma con un’accusa gravissima. Le indagini hanno fatto luce su alcuni punti di negligenza, ad esempio, è stato verificato che l’azienda non aveva valutato i rischi in modo adeguato, per questo motivo oggi all’unanimità i magistrati di Westminster hanno deciso per la sanzione.
La notizia è stata riportata dalla Bbc e tale verdetto pone fine a una vicenda giudiziaria durata alcuni anni.
Stando a quanto ricostruito nell’attività di indagine, la cameriera è rimasta bloccata nel congelatore a una temperatura intorno ai -18 gradi, nel ristorante della stazione degli autobus di Victoria. Era il 29 luglio del 2021 e solo alcune ore dopo un collega l’ha trovata in forte stato di disagio.
Subito è stata portata in ospedale per i dovuti controlli e si è ripresa molto bene ma le sue parole ci danno un’idea dei momenti terribili che ha vissuto. È consapevole di aver sfiorato la morte e di essere stata fortunata dell’arrivo provvidenziale del suo collega, infatti dalle sue parole traspare ancora molta paura nonostante siano passati due anni.
“In quelle due ore e mezza che sembravano interminabili, ho sentito il respiro che si accorciava e man mano perdevo sensibilità agli arti, tanto che ho provato a strappare una scatola di cartone per coprire la ventola che emetteva l’aria fredda ma non ci sono riuscita perché le mie mani erano congelate”.
Le indagini hanno evidenziato dei dettagli molto gravi e delle mancanze che non ci si aspetterebbe da un’azienda di tale livello come “Pret a Manger”. Al primo posto infatti c’è la sicurezza dei lavoratori e in questo senso le autorità hanno trovato delle falle, ad esempio mancava un’adeguata valutazione dei rischi, necessaria specialmente per coloro che lavorano in ambienti a temperature controllate.
Il sistema di segnalazione aziendale ha rivelato che negli ultimi 19 mesi c’erano state delle chiamate relative a pulsanti difettosi o congelati, inoltre, un anno prima di questo incidente un altro lavoratore era rimasto bloccato nella cella frigorifera perché dall’interno non era riuscito ad aprire la porta. In quell’occasione, il problema fu un guasto al meccanismo di sblocco della porta.
La multa di oggi ha superato i 930mila euro, una somma importante commentata dal vice leader del Consiglio comunale di Westminster, Aicha Less: “Chiudere un occhio sulle misure di sicurezza è inaccettabile e porta a conseguenze gravissime. Speriamo che questo provvedimento significativo sia un avvertimento per tutte le imprese e ricordi che la sicurezza delle persone viene al primo posto. La ragazza avrebbe potuto morire se fosse rimasta altro tempo nella cella”.
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