I cari energetici stanno mettendo tutti dinanzi a situazioni surreali. Il pane è arrivato a toccare i 6 euro al kg in Campania. La situazione sta diventando fin troppo allarmante.
I costi di gestione delle attività stanno diventando insostenibili. I rincari stanno mettendo tutti con le spalle al muro e la situazione sta divenendo totalmente insostenibile.
A pagarne le pene sono tutti i consumatori che tra non molto saranno costretti a pagare un chilo di pane anche 6 euro.
Una situazione abbastanza preoccupante di cui ha parlato lo stesso Mimmo Filosa, il presidente Unipan-Confcommercio il quale ha affermato che il costante aumento delle bollette ha fatto sì che i costi di gestione stiano diventando sempre più insostenibili.
Ed è in quest’ottica che le aziende si trovano costrette a prendere l’amara decisione di aumentare i costi dei propri prodotti proponendo al pubblico un chilo di pane a quasi 6 euro.
Dall’altra parte sono questi dei costi difficili da affrontare per tutti quei consumatori che, giorno dopo giorno, vedono aumentare tutto ciò che un tempo compravano a prezzi più bassi.
Un momento storico difficile in cui le stade sono due: auementare i prezzi oppure abbassare la saracinesca.
Filosa ha voluto anche sottolineare che se non verranno effettuati immediatamente degli interventi nel mondo del ristoro, molte persone potranno arrivare a perdere il posto di lavoro.
In Campania, in particolar modo, sono a rischio 30.000 posti di lavoro. Nel caso di mancati provvedimenti da parte dello Stato, i commercianti saranno costretti ad alzare nettamente il prezzo del pane che già alcuni mesi fa si aggirava a Napoli intorno ai 2 euro.
La media nazionale del prezzo del pane è molto più alta, in quanto si parla dei 5 euro al chilo. Prima dello scoppio della guerra tra la Russia e l’Ucraina, tutti questi problemi non erano reali.
Ora ci troviamo a fare i conti con la salita dei prezzi e con la mancata esportazione di tanti prodotti alimentari. Insomma si tratta di una situazione che fa molta paura, in quanto molte persone si possono ritrovare senza un posto di lavoro da un momento all’altro.
Prima dell’invasione dell’Ucraina, l’indice dei prezzi alimentari della Fao a gennaio del 2022, aveva fatto registrare degli aumenti esagerati.
Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, i prezzi dei cereali hanno subito un aumento del 12,5%.
Per quanto riguarda l’importazione, invece, l’Italia importa il 64% di pasta, pane e biscotti. In quest’ottica, possiamo affermare che la nostra dipendenza dall’estero è divenuta ormai molto alta.
Dati questi dati, è possibile capire come lo scontro attuale abbia peggiorato maggiormente la situazione.
Insomma, se andremo avanti in questo modo, molte famiglie italiane si ritroveranno a doversi necessariamente reinventare per poter avere un sostentamento economico.
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