Cocaina, eroina o fentanyl entro i 2.5 grammi non più reato per i maggiorenni che la detengono per uso personale in Canada.
L’esperimento è a tempo e ha l’obiettivo di diminuire le morte da overdose.
Possedere droghe pesanti per un uso personale da oggi in Canada non è più un reato. Lo stato della Columbia Britannica ha infatti depenalizzato con una legge il possesso di stupefacenti. I cittadini di almeno 18 anni che verranno fermati perché hanno con sé droghe, non verranno più perseguiti penalmente se la quantità risulterà essere inferiore a 2,5 grammi. Gli stupefacenti considerati pesanti sono, in particolare: eroina, morfina, cocaina, ecstasy, metanfetamina e fentanyl.
Si tratta di una decisione di politica sociale dalla forte impronta progressista, che segue quella che era stata presa già quattro anni fa, quando il Canada ha deciso di legalizzare la marijuana, anche quella per uso ricreativo. Oggi la depenalizzazione riguarda esclusivamente la più occidentale delle province canadesi.
In particolare la legge mira a contrastare la diffusione di reati legati a uso e traffico di stupefacenti e anche a combattere le morti legate al loro consumo. Il fentanyl, ossia l’oppioide sintetico estremamente pericoloso e ritenuto cento volte più potente della morfina, è diventato la droga più diffusa nel paese dopo aver travolto anche gli Stati Uniti.
La ministra della Salute mentale e delle dipendenze della Columbia Britannica Jennifer Whiteside ha spiegato che il traffico di droga continua a essere illegale e punibile in sede penale, indipendentemente dalla quantità posseduta. Chi invece sarà trovato in possesso di “modiche quantità di droghe pensanti, non sarà arrestato e incarcerato, gli verranno invece offerte informazioni sui programmi sociali e sul trattamento da fare per disintossicarsi, se lo richiederà”, ha sottolineato la ministra.
“Siamo convinti che sia un problema di salute, non un problema penale: dobbiamo fare questo ulteriore passo per permettere di superare la vergogna e lo stigma“, ha commentato Whiteside. Quindi l’approccio è volto anche a spingere le persone con dipendenze da stupefacenti, a cercare un supporto per uscirne.
La depenalizzazione è stata considerata un esperimento, in quanto avrà una durata di tre anni, derogando così al Narcotics Act. Un altro obiettivo del provvedimento è quello di contenere i costi ingenti legati alla sicurezza pubblica e alla sanità. “Vendita o traffico di droga restano illegali. La depenalizzazione del consumo personale non significa in alcun modo la legalizzazione del narcotraffico“, ha specificato il comunicato diffuso dalle autorità locali.
Il Canada è sempre stato un Paese avanzato quando si parla di droghe. Basti pensare che nel 1959 proprio la Columbia Britannica apriva la prima clinica al mondo per il metadone. Nel 2016 è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Nonostante gli oltre due miliardi di dollari spesi ogni anno per offrire servizi a sostegno di chi consuma droga, nel 2022 sono morte per overdose 41,7 per 100mila persone. Per avere un paragone basti pensare che gli Stati Uniti hanno una media di 28,3 per 100mila abitanti.
La crisi si trova soprattutto sulla costa pacifica, dove la diffusione del consumo di stupefacenti ha causato quasi tanti morti quanti quelli da Covid. Overdose poco meno letale del coronavirus, quindi. Disturbi mentali e crisi sociale provocati dalla pandemia, hanno spinto il consumo di droghe.
L’esperimento in atto in Canada segue tentativi simili fatti in Portogallo intorno agli anni 2000 e dall’Oregon negli Usa. In entrambi si è verificata una diminuzione delle morte per overdose.
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