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Presentato sull’autorevole rivista Scienze, CancerSeek è un test del sangue di ultima generazione che identifica i tumori. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo e spesso è stata letta come la possibilità di sapere se si è ammalati grazie a una semplice analisi del sangue, ma non è così. Il test, messo a punto dall’équipe della Johns Hopkins University di Baltimora guidati da Nickolas Papadopoulos, è un sistema all’avanguardia che permette letteralmente di “cercare” (seek) le cellule tumorali. I test effettuati hanno evidenziato come sia stato possibile identificare otto tipi diversi di tumore a partire solo dal sangue, ma con risultati diversi a seconda del tipo di cancro, passando dal 98% per quello alle ovaie al 33% per quello al seno.
La novità rappresentata da CancerSeek è comunque importante. Si tratta, scrivono gli autori, di un metodo innovativo che riesce a individuare le proteine e il dna rilasciati dalle cellule tumorali, in modo da identificarne il tipo. L’informazione si ottiene solo tramite un test sanguigno con quella che la ricerca da tempo chiama “biopsia liquida“, ottenendo le informazioni sullo stadio e la tipologia del tumore dal sangue del paziente e non più dalla superficie della massa.
Il passo avanti è decisivo anche perché permette di accorciare i tempi e di avere le informazioni utili a calibrare la terapia sul tumore in maniera personalizzata, nuova frontiera della cura contro il cancro. Per di più, permette di seguire l’evoluzione della malattia, in modo da poter gestire la cura nel miglior modo possibile in tutte le fasi, cosa fondamentale visto che le cellule tumorali mutano nel tempo, rendendo inefficace anche quelle terapie che in un primo momento sembrano funzionare.
CancerSeek non è un test diagnostico precoce e non va pensato come un’analisi che permette di sapere se si è ammalati o meno.
I dati hanno messo in evidenza che l’identificazione della presenza e del tipo di tumore è stata diversa tra pazienti con già una diagnosi e chi non ne aveva ancora ricevuta una.
Come si legge nell’articolo, il test è stato sottoposto a “1.005 pazienti con tumori non metastatici, clinicamente già rilevati, all’ovaio, al fegato, allo stomaco, al pancreas, all’esofago, al colon-retto, al polmone o al seno”, risultando “positivi in media al 70% per otto tipi di cancro” con una “sensibilità che varia dal 69% al 98% per l’individuazione di cinque tipi di cancro (ovaio, fegato, stomaco, pancreas ed esofago) per i quali non sono disponibili test di screening per soggetti a rischio medio”.
Quando il test è stato effettuato su persone all’apparenza sane, la percentuale è stata molto bassa: “solo 7 su 812 controlli hanno ottenuto un punteggio positivo”, scrivono i ricercatori.
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