Deceduto un uomo di 70 anni a Mestre, a causa del contagio della Candida Auris. L’uomo ha contratto il patogeno durante un soggiorno in Kenya.
Un 70enne è deceduto a Mestre, dopo aver contratto la Candida Auris. Il contagio è avvenuto durante un soggiorno in Kenya.
Attualmente l’ospedale sta attivando tutte le procedure per evitare ulteriori contagi.
Questo tipo di patogeno infatti è altamente infettivo e pericoloso per la salute umana.
Il 70enne morto a causa della Candida Auris
Dunque l’uomo di 70 anni morto dopo essere stato contagiato dalla Candida Auris, ha contratto l’infezione di seguito a un soggiorno in Kenya.
A quanto pare durante il viaggio di lavoro, l’uomo ha accusato dei dolori dovuti a dei calcoli renali, proprio per questo si è diretto all’interno di una clinica ospedaliera in Kenya ed è stato proprio lì che ha contratto il così detto “fungo Killer”.
Le sue condizioni di salute sono dunque peggiorate, ottenendo poi il trasferimento a Mestre, dove i medici attraverso vari test hanno scoperto l’infezione.
Purtroppo nulla è servito e il paziente è morto circa tre giorni fa. Il decesso è avvenuto non solo a causa del fungo killer, ma anche a causa delle altre patologie che caratterizzavano il 70enne.
A causa dell’altissima contagiosità della Candida Auris, l’ospedale ha già disposto tutte le misure volte ad evitare ulteriori contagi. Quello del 70enne era il primo caso in Veneto e secondo le previsioni dei medici così dovrebbe rimanere, in quanto essendo già passate due settimane dal rientro in patria del signore, la situazione dovrebbe essere sotto controllo.
Tutto quello che c’è da sapere sulla Candida Auris
La Candida Auris è un patogeno particolarmente infettivo, che esiste in natura. Esso è molto difficile da curare in quanto i pazienti infetti, normalmente non rispondono positivamente alle cure con i normali antibiotici e antifungini.
Si insedia all’interno del corpo del paziente ed è molto difficile da estirpare, infatti il contagio ha una durata molto estesa. Normalmente si contrae attraverso il contatto con strumenti medici contaminati oppure attraverso il passaggio da persona a persona.
I sintomi sono molto generali, in quanto si manifesta con febbre, stanchezza e dolori muscolari, proprio per questo è difficile identificare effettivamente quante persone la contraggono effettivamente.
Inoltre ha un tasso di letalità abbastanza elevato, il quale oscilla tra il 30% e il 70%.
Da come riporta il ministero della Salute, il fungo killer viene identificato per la prima volta in Giappone nel 2009, attraverso un campione proveniente dall’orecchio di una donna.
Il primo caso in Europa si è verificato nel 2015 in Francia. Da allora fino al 2019 vi sono stati circa 969 casi in tutta Europa. Più di 3.000 invece i casi che hanno caratterizzato gli Stati Uniti fino al 2021.