[didascalia fornitore=”altro”]FOTO DA CHANGE.ORG[/didascalia]
Miro, un pastore maremmano di tre anni, che una decina di giorni fa è stato sequestrato alla sua famiglia, perché abbaiava troppo, domani mattina tornerà finalmente a casa. L’istanza di ricorso presentata dall’avvocato Cecilia Venturini di Riva del Garda è stata accolta dal Tribunale del riesame, che ha firmato l’autorizzazione al dissequestro dell’animale. La vicenda di Miro ha commosso non soltanto la gente del suo paese, ma anche migliaia di persone sui social network: a testimoniarlo ci sono le 240 mila firme raccolte su Change.org per la petizione lanciata dalla padrona affinché Miro venisse liberato dal canile in cui era stato rinchiuso.
A proposito della decisione del Tribunale, l’avvocato Venturini ha dichiarato: ‘Il tribunale non ha avuto problemi ad accettare il nostro ricorso poiché abbiamo presentato prima di tutto argomentazioni di diritto, ricordando che esistono sentenze della Cassazione nelle quali è stato stabilito con chiarezza che un animale d’affezione non può essere considerato un bene sequestrabile’, ha poi aggiunto: ‘Abbiamo raccolto le testimonianze di molti vicini che contraddicono quanto affermato dal querelante. Inoltre il responsabile del canile in cui è stato ospitato Miro ha rilasciato una dichiarazione con la quale certifica che in base alla sua esperienza il cane è un soggetto molto equilibrato, che non mostra comportamenti di disagio’.
Un vicino di casa della signora Eva Munter, padrona di Miro, aveva denunciato la donna per ben due volte, perché si era sentito danneggiato dall’incessante abbaiare dell’animale. La prima volta i Carabinieri erano intervenuti multando la proprietaria del cane che decise di pagare, ma alla seconda querela, la signora Munter scelse di non saldare l’ammontare della sanzione, perché voleva che le sue ragioni venissero ascoltate da un Giudice. Nel frattempo, lo scorso 22 marzo, Miro è stato sequestrato e portato in un canile, in attesa del giudizio del tribunale. La donna ha così deciso di lanciare la petizione su Change.org per ottenere la liberazione del suo cane.
Miro, in attesa dell’udienza in Tribunale, era stato portato in un canile. L’animale però stava risentendo fortemente del fatto che era stato strappato alla sua famiglia: ‘È triste e mangia poco. Noi andremmo a trovarlo anche ogni giorno, ma i responsabili ci hanno suggerito di non farlo, perché dopo ogni visita è più abbacchiato’, aveva raccontato la signora Munter. La donna non si era persa d’animo e si era subito attivata per lanciare una raccolta firme su Change.org. Miro ha saputo commuovere il web, dopo aver raccolto tanta solidarietà anche dai suoi compaesani. ‘Intorno a quella casa tutti hanno i cani, Miro non è l’unico ad abbaiare. È chiaro che le due famiglie stanno litigando per altri motivi’, ha spiegato un cittadino che ha scelto di rimanere anonimo.
Prima della sentenza del giudice, l’avvocato della signora Eva Munter aveva sottolineato un aspetto cruciale della vicenda: ‘La procura di Trento, che ha emesso il provvedimento di sequestro, ha applicato la legge e anche i tempi per il dibattimento, considerando che c’è la Pasqua di mezzo, sono rapidi. È chiaro però che quanto prevede la legge non è in linea con il sentire comune, come dimostra l’adesione alla petizione’ e aveva poi aggiunto: ‘Il nodo della questione è: un cane può essere considerato un bene sequestrabile? La giurisprudenza in proposito si è espressa in modi diversi ed è per questo che ci vorrebbe l’intervento del legislatore. Le quasi 150mila firme raccolte per Miro dimostrano che il sentire comune ha già dato una risposta: un animale d’affezione non è un bene sequestrabile’.
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