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Categories: Ambiente

Cani in ufficio, a Genova i dipendenti comunali potranno portarsi animali domestici al lavoro

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A Genova i dipendenti comunali dell’assessorato alla cultura possono portarsi i cani in ufficio. L’iniziativa arriva direttamente dall’assessore, Elisa Serafini, proprietaria di un barboncino, che ha aperto le porte degli uffici, siti in Palazzo Ducale, agli amici a quattro zampe, escludendo per motivi d’igiene i gatti. La scelta sembra riscuotere un buon successo tra i dipendenti, ma non sembra condivisa dall’amministrazione comunale e ha sollevato qualche perplessità anche tra i sindacati. Al momento però, grazie anche alle regole interne che si sono dati, l’esperimento sta avendo un certo successo. L’assessore ha spiegato di aver voluto i cani in ufficio per migliorare il clima lavorativo e “trasmettere il messaggio che avere un cane è compatibile con la vita di tutti i giorni”, come dichiarato al Secolo XIX.

L’idea, ha spiegato al quotidiano genovese l’assessore, è nata dopo aver saputo che un dipendente del suo dipartimento già portava il proprio cane al lavoro: da qui, l’estensione a tutti gli altri proprietari di cani di ogni taglia. Per rendere il tutto compatibile con la vita da ufficio, sono state stabilite delle regole interne, a partire da quella più importante: se anche una sola persona nell’ufficio ha paura o è allergica, non si possono portare cani in ufficio e la loro presenza è limitata agli uffici non aperti al pubblico.

Ad ora, racconta l’assessore, sono 4 i cani che vengono portati al lavoro con una certa frequenza e che tutti sono contenti dell’iniziativa. “Chi viene con il cane lo porta fuori soltanto nell’ora di pranzo e gli animali in ufficio non creano problemi”, specifica Serafini.

Mentre l’assessore sta studiando di aprire ai cani di piccola taglia nei musei civici, non tutti nell’amministrazione comunale sembrano entusiasti, limitandosi a commentare che si tratta di un’iniziativa singola. Diverse le perplessità raccolte dal Secolo XIX come quella dei sindacati ma anche dell’Enpa che ricorda gli “office dog parking”, già presenti in UK e Francia, ma con regole ben precise per il benessere degli animali e di tutti i colleghi.

Lorena Cacace

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