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Nessun mistero dietro gli incendi di Canneto di Caronia, ma roghi di origine dolosa. I carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno infatti arrestato Giuseppe Pezzino, 26 anni e figlio del presidente dell’associazione vittime dei fuochi Nino Pezzino con l’accusa di aver appiccato il fuoco a oggetti, mobili ed elettrodomestici. Il nome del ragazzo era già finito al centro dell’inchiesta: ora ci sarebbe la conferma della sua azione dietro i presunti misteriosi roghi del piccolo centro nel messinese. Secondo le prime notizie, ci sarebbero dei video che incastrerebbero il giovane, primo sospettato dagli inquirenti. Per lui il gip ha ora disposto gli arresti domiciliari: anche il padre è stato raggiunto da un avviso di garanzia.
Secondo gli inquirenti, il ragazzo sarebbe l’autore materiale almeno della seconda tornata dei roghi che dal 2004 affliggono Caronia. Negli ultimi tempi i roghi si sono sviluppati in particolare all’interno di una sola palazzina. Ad aiutarlo sarebbe stato il padre, Nino Pezzino, diventato presidente dell’associazione delle vittime dei roghi che negli anni ha chiesto aiuti e indennizzi economici per le famiglie colpite dagli incendi.
L’ipotesi di una “mano umana” dietro gli incendi era già stata chiarita dagli inquirenti fin dalle prime indagini. Si era infatti parlato di una regia dietro i misteriosi roghi e i carabinieri avevano indagato il ragazzo con l’accusa di incendio e danneggiamento seguito da incendio in merito agli ultimi episodi avvenuti fra il 20 luglio e l’8 ottobre scorsi. Gli uomini dell’Arma hanno effettuato undici perquisizioni tra abitazioni e auto alla ricerca di dispositivi che permettessero l’accensione di incendi a distanza tramite generatori di combustione.
Le indagini sono partite dagli ultimi incendi scoppiati nelle abitazioni, con oggetti che hanno preso fuoco senza alcun motivo apparente. La stessa abitazione del giovane è stata teatro di questi strani fenomeni lo scorso 28 agosto quando le fiamme partirono da un armadio, propagandosi in camera da letto. In quella occasione, padre e figlio rimasero leggermente feriti nel tentativo di spegnere le fiamme: in seguito, l’Arpa, l’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente, ha installato una centralina per monitorare la casa, senza scoprire nulla di rilevante.
In un’intervista di qualche tempo fa, un giornalista aveva chiesto a Nino Pezzino se davvero fosse possibile che gli abitanti di Canneto di Caronia avessero architettato una messa in scena per attirare l’attenzione sul piccolo borgo. “Sì certo come no”, fu la risposta dell’uomo, presidente del comitato nato per chiedere risposte in merito ai fenomeni. “Per mesi siamo stati al buio, il valore commerciale della casa è colato a picco e il risarcimento per i danni che abbiamo subito è arrivato, parziale, dopo tanto tempo”, aveva concluso.
Chi non credeva al coinvolgimento del giovane è il sindaco della cittadina Calogero Beringheli che si è detto convinto dell’estraneità del giovane. “Io stesso con i miei occhi e insieme a rappresentanti di forze dell’ordine e giornalisti di alcune tv nazionali ho visto degli oggetti prendere fuoco dal nulla. Non penso che quelli possano essere stati ideati da qualcuno”, ha raccontato. Secondo il primo cittadino, i misteriosi incendi non possono essere riconducibili a un piromane: Beringheli ha poi ricordato che a Roma sarà attivato a breve un tavolo tecnico con esperti, dirigenti e ministri per dare risposte certe.
Gli ultimi incendi inspiegabili
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Incendi improvvisi dentro casa, prese elettriche che vanno a fuoco, materassi, ceste di vimini con tanto di panni pronti per essere stirati. Tra agosto e i primi di ottobre 2014 a Canneto di Caronia sono tornati i fenomeni di autocombustione inspiegabili che hanno reso questo paese nel messinese famoso in tutto il mondo. Fenomeni che al momento non hanno una spiegazione e che sono tornati a distanza di dieci anni dopo la prima volta, avvenuta nel 2004. Gli ultimi episodi hanno fatto ripiombare il paese nella paura: meno di 24 ore fa un televisore ha preso fuoco, una presa elettrica si è sciolta senza che scattasse il salvavita; poi è toccato a un compressore nel garage, un materasso, la cesta di panni e, nella notte, un incendio al secondo piano di una casa.
La paura è tanta in questo piccolo comune tra Messina e Palermo, località turistica arroccata sul mare. La vita tranquilla di un paese è stata sconvolta alla ricerca di qualche spiegazione scientifica e plausibile all’autocombustione che, negli anni, ha tormentato gli abitanti, con il timore che elettrodomestici, oggetti elettronici e non prendano fuoco all’improvviso. Il sindaco dopo gli ultimi episodi ha anche inviato una lettera a Matteo Renzi per chiedere aiuto: non sanno cosa sta succedendo e non sanno come prevenire gli incendi.
Autocombustioni a Canneto di Caronia
I primi episodi risalgono al 2003-2004. Oltre 180 roghi improvvisi di oggetti elettronici, elettrodomestici e altro spaventano la cittadinanza. Le cronache di quei giorni raccontano di fuochi divampati senza motivo all’interno delle case, cellulari e bussole impazziti, sensori di fumo in funzione senza fiamme o scosse, chiavette Usb smagnetizzate, allarmi di automobili che partivano all’improvviso, ma anche sedie, materassi, perfino tubi dell’acqua. Tutto in paese sembrava perdere fuoco: nel febbraio 2004, di fronte a oltre 180 incendi senza spiegazione, si decise di staccare tutta la corrente del paese. Nulla da fare: anche con il blackout totale, elettrodomestici piccoli e grandi, ma perfino gli stessi cavi elettrici hanno continuato ad andare a fuoco. L’amministrazione comunale decise di far evacuare la popolazione della frazione.
Sul posto vengono chiamati i maggiori esperti e tutti i tecnici, dalla Protezione Civile, al Centro elettrotecnico sperimentale italiano, il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di geofisica e vulcanologia di Firenze, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, professori universitari, i tecnici di Ferrovie dello stato, Enel e Telecom. Risultato? Nessuna spiegazione plausibile all’autocombustione.
Nel 2005, sotto il governo Berlusconi, viene creato il “Gruppo interistituzionale di lavoro per l’osservazione dei fenomeni di Canneto”; arrivano scienziati ed esperti da tutto il mondo, senza contare gli esperti di paranormale, ufologi e persino l’esorcista. Si passa dagli alieni al Diavolo, da armi militari sconosciute a campi elettromagnetici sotto il mare.
“Viviamo nell’incubo di questi fenomeni inspiegabili e per questo martedì ho scritto una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi e a tutte le autorità competenti italiane per chiedergli di portare a nostra conoscenza i risultati a cui è pervenuto questo gruppo perché non ci hanno mai detto ufficialmente quali sono state le loro scoperte dal 2005 al 2007”, ha spiegato il sindaco di Canneto di Caronia.
La Protezione Civile ha rifatto tutta la rete elettrica nel 2004; dieci anni dopo nel paese è ritornata la paura. Il primo cittadino ha chiesto aiuto a tutti, dal premier al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ad enti universitari e di ricerca, ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile, all’Arpa. Si chiede di monitorare l’area per arrivare a una risposta scientifica valida, senza ufo, alieni e altre stranezze. La magistratura ha aperto un’inchiesta, chiudendo nel 2007 con l’archiviazione di “un fenomeno di natura dolosa e umana”. Al momento, non ci sono certezze sui motivi delle autocombustioni: l’unica cosa sicura è la paura degli abitanti.