La pubblicità di Mamma RAI parla chiaramente: “Il canone non è un abbonamento, ma un’imposta”. Se non lo si paga, si è evasori dunque. Non è auspicabile correre poi in sanzioni che moltiplicate raggiungono importi pari a sei volte il dovuto.
C’è ancora tempo per pagare il canone RAI, i ritardatari sono avvertiti. Superata la prima scadenza del 31 gennaio, ai contribuenti, nonché telespettatori, sarà richiesta una sovrattassa per inadempienza oltre i limiti temporali.
Il ritardo dei pagamenti per il canone entro i 30 giorni è sanzionato con una piccola obbligazione che si aggiunge all’importo complessivo di 113,5 euro, nello specifico 4,47 euro di mora. Oltre i 30 giorni l’inadempimento della prestazione dovuta è sanzionato con un importo pari a 8,94 euro.
Obbligazioni successive graveranno su coloro il cui periodo di inadempimento avrà superato i 6 mesi dalla scadenza ultima con interessi dell’1% sul valore totale da versare. Perché parliamo di importi pari a sei volte il dovuto? Nella pratica gli evasori insolventi nel tempo saranno poi multati per importi pari a 620 euro.
Per il canone è richiesto un versamento sul conto corrente n. 1107 intestato a “Ag. Entrate DP. I Uff. Terr. TO 1 SAT – Recupero Canoni Abbonamenti Rai”.
Storia diversa per le maggiorazioni: è necessario il versamento sul conto corrente postale n. 104109 intestato a “Ag. Entrate DP. I Uff. Terr. TO 1 SAT – Sanz. Amm.Ve Interessi e Spese”.
Sono esenti dal pagamento dell’imposta – come previsto dall’Articolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 248 – gli individui la cui età è superiore ai 75 anni.