Matteo Renzi scende in campo contro il canone Rai. Chi pensa che la tassa più odiata dagli italiani verrà abolita definitivamente, però, avrà una brutta sorpresa. Lo scopo del premier, infatti, non è cancellare una fonte di introiti per le casse della televisione pubblica, al contrario far sì che tutti paghino. Ad oggi un terzo degli italiani non paga il canone Rai, ma come si può contrastare un’evasione che tanti politici considerano legittima? Trasformando il canone, rendendolo flessibile e agganciandolo alla reale capacità di spesa delle famiglie. Una battaglia che si prospetta davvero difficile ma che Renzi vorrebbe concludere entro gennaio 2015, data in cui ci ritroveremo tutti a pagare gli odiati 113,5 euro (ammesso che non ci sia l’ennesimo aumento).
Ad oggi tutti sono (o meglio sarebbero) obbligati a pagare il canone Rai, che non è più una tassa di finanzianziamento della televisione pubblica ma una vera e propria tassa di possesso per chiunque abbia un televisore. Gli unici esentati sono gli anziani sotto i 6.714 euro di reddito e nuclei sotto la soglia di povertà, ma il governo vuole cambiare questo quadro, rendendo il canone più equo e i controlli anti-evasione più efficaci. Per ora si tratta solo di dichiarazioni senza un riscontro effettivo, anche se un primo colpo alla Rai è arrivato dal Documento di Economia e Finanza 2014, che sottrae 150 milioni di canone dalle casse delle reti nazionali. Quel che è chiaro dalle parole di Antonello Giacomelli, nuovo sottosegretario alle Comunicazioni, è che il canone sarà anche ingiusto ma è inaccettabile che il 27% degli italiani non lo paghi. In soldoni, si tratta di un danno stimato di 1,7 miliardi di euro nel periodo 2010 – 2015. Una situazione imbarazzante, frutto del pessimo rapporto tra canone Rai (la tassa più odiata in assoluto) ma anche delle dichiarazioni di tanti politici (Silvio Berlusconi in testa) che hanno più volte detto di volerlo cancellare (salvo poi fare marcia indietro).
Ridurre l’evasione e rendere il canone Rai flessibile, queste sono le linee guida dell’azione che il governo Renzi sta preparando. Siamo alle fasi preliminari, quindi in concreto non c’è ancora alcuna proposta sul tavolo, però qualcosa già è trapelato. Innanzitutto non si pagherà il canone Rai in bolletta elettrica, come pure ipotizzato negli ultimi tempi. Questo perché “il governo prevede il taglio netto della bolletta, per aiutare le persone e le aziende, e non il suo aumento“. Non sarà neanche una tassa legata alla casa, come accade in Francia e Germania e come qualcuno aveva proposto. Il canone Rai, quindi, non sarà più lo stesso e non sarà più ‘unico’. La quota di 113,50 euro annue è destinata a sparire, sostituita da una imposta flessibile il cui valore varia in base a un nuovo indicatore (di cui ancora non si sa nulla) che fotografa la capacità di spesa delle famiglie attraverso i consumi. L’effetto desiderato dovrebbe essere quello di rinsaldare il rapporto tra azienda pubblica e cittadini, proponendo un canone più equo e basso per chi è in difficoltà economica. Basterà per cancellare la nomea di imposta ingiusta e iniqua? Questo sarà il vero scoglio per Renzi.