La volontà del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di togliere il canone Rai dalla bolletta elettrica non piace a sindacati ed esponenti politici. La preoccupazione è che l’esclusione della tassa sugli apparecchi televisivi dal conto della luce potrebbe portare a mancate entrate nelle casse della televisione pubblica, che si potrebbero trasformare di conseguenza in ulteriori spese per la cittadinanza. Inoltre, i sindacati fanno notare come in tal modo, senza un’entrata certa, la Rai potrebbe rimanere in balia delle decisioni del governo.
La possibilità dell’eliminazione del canone Rai dalla bolletta elettrica continua a far discutere, mettendo sindacati ed esponenti politici contro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, deciso a liberarsi una volta per tutte della tanto odiata (dagli italiani) tassa. Si tratterebbe di togliere le 5 rate bimestrali dai conti della luce, misura introdotta dal governo Renzi, per un totale di 90 Euro all’anno. Una prospettiva che non piace tuttavia ne ai sindacati, secondo i quali ciò porterebbe la Rai ad essere in balia del governo ne tantomeno ad esponenti politici come Gasparri e Boschi, per i quali sarebbe un grave rischio per la televisione pubblica, soprattutto a livello economico, in mancanza di un’alternativa equipollente. Intanto, la presidente della Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha annunciato la prossima convocazione di Giorgetti per esporre la sua ipotesi in Commissione.
Prosegue per la sua strada, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, intenzionato a togliere dalla bolletta dell’energia elettrica l’importo del canone Rai. Del resto, era stata la Commissione Europea a ritenerne illegittimo il metodo di pagamento, esortando l’Italia a trovare un modo alternativo per riscuotere tale tassa.
A scegliere di mantenerla anche per il 2023, proprio il ministro entrante, che aveva mesi fa così dichiarato: “Quest’anno io mi sono preso la responsabilità enorme, e ho preso un sacco di critiche chiaramente da tutti, perché siamo arrivati ed è rimasto in bolletta, se no saltava tutto. Ma diventa chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire, quindi l’anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento”.
Ed è proprio qui il punto: benché il ministro appaia intenzionato a toglierla a partire dal 2024, non ci sono ancora idee o proposte valide su come mantenere intatta questa entrata nelle casse della Rai. Da qui nasce la preoccupazione di sindacati ed esponenti politici, riguardo a una situazione molto pericolosa non solo per la televisione pubblica ma anche per i cittadini.
Durante gli ultimi mesi del governo Draghi sembrava ormai certo l’addio al canone in bolletta, al punto che si era anche discusso su dove inserirlo, con ipotesi di un addebito sul 730 o un accorpamento della tassa con quelle relative agli immobili. Poi, però, con l’insediamento del nuovo esecutivo, non se ne è più saputo nulla.
A scagliarsi contro la decisione del ministro, tra i tanti, il senatore Maurizio Gasparri di FI, il quale ha sottolineato come la perdita del canone sarebbe un grosso errore, intervenuto in Commissione di Vigilanza Rai: “Sarebbe un pericolo mortale. Prima ancora di discettare di cosa farà l’azienda bisogna chiarire la questione del canone che è decisiva”.
Altrettanto preoccupata e contraria alla sua abolizione, Maria Elena Boschi di Italia Viva: “Mi auguro che il governo possa rivedere questa decisione. Per noi mantenere il canone significa garantire il pluralismo dell’informazione che è presidio di garanzia. Noi riteniamo quindi che il canone abbia un valore e non va dimenticato che se ora è diminuito è perché l’averlo messo in bolletta ne evita l’evasione”.
Ma sul piede di guerra ci sono anche i sindacati, che hanno fatto sentire la loro voce con un documento unitario dei lavoratori Rai iscritti e presentato in Commissione di Vigilanza, in cui si sono definiti “preoccupati“: “Senza prevedere un finanziamento equipollente in alternativa, significa privare la Rai della certezza delle entrate” hanno sottolineato, aggiungendo poi come ciò “significherebbe assoggettare l’Azienda agli umori del governo di turno, qualunque esso sia”.
Intanto, anche la Presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia vuole vederci chiaro e annunciato la convocazione del ministro Giorgetti per esporre alla Commissione la strategia che intende portare avanti il governo sulla questione.
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