Nel corso dell’audizione in commissione di vigilanza Rai, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ipotizzato l’arrivo del canone nella bolletta del cellulare. Un’ipotesi che ha visto d’accordo la maggioranza, ma che ha suscitato la perplessità dei membri dell’opposizione. Stando a Giorgetti, ciò potrebbe portare a una diminuzione della quota di abbonamento Rai per le famiglie italiane.
Presentatosi in commissione di vigilanza, il ministro Giorgetti ha illustrato quella che potrebbe essere a tutti gli effetti una grande novità per gli abbonati Rai, che vedrebbero sparire dalle bollette della luce l’importo bimestrale di 18 euro per vederselo accreditare direttamente sull’abbonamento del cellulare. Il leghista ha fatto presente come ormai i servizi Rai vengano fruiti dalla popolazione per mezzo di diversi device, e non sia più attuale l’inserimento nel conto dell’energia elettrica. Una proposta, quella di Giorgetti, che ha raccolto il favore della maggioranza, ma che ha diviso invece l’opposizione, con il Pd che ha fatto notare come di fatto sia stata cancellata l’abolizione tanto pubblicizzata del canone proprio dall’attuale esecutivo.
Parlando sul breve periodo, il ministro dell’Economia ha detto che “l’ipotesi potrebbe essere scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva. 300 milioni annui che, verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone di abbonamento”.
Giorgetti ha quindi aggiunto durante l’audizione in commissione vigilanza come “vada aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di un apparecchio televisivo. Ma le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra Rai Play, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device. Qualora il presupposto diventasse il possesso di un’utenza telefonica mobile, si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni”.
“In ogni caso, ogni ipotesi di revisione deve prendere le mosse da una chiara definizione degli oneri del servizio pubblico, dalla garanzia della sostenibilità degli investimenti, da un’attenta revisione delle dinamiche di spesa dell’azienda” ha poi detto il ministro leghista.
“La scelta di mettere il canone in bolletta ha rappresentato il sistema più semplice possibile per incassare e ridurre il tax gap, ma sfido voi a dirmi che il canone Rai collegato alla bolletta energetica non sia un onere improprio” ha quindi detto il titolare di via XX settembre in commissione.
Le forze di maggioranza al termine del dibattito si sono schierate con il ministro, con Giorgio Bergesio di Lega che ha fatto notare come la diminuzione del canone potrebbe far tirare un sospiro di sollievo a molte famiglie italiane e Maurizio Gasparri di Forza Italia che ha sottolineato come le risorse pubbliche siano fondamentali in quanto in mancanza di esse si dovrebbe puntare sulla pubblicità, facendo saltare equilibri per lui già precari.
Di diverso avviso l’opposizione, con Maria Elena Boschi di Italia Viva che ha invocato maggiore trasparenza in merito ad alcune voci come il pagamento di soggetti terzi, Anna Laura Orrico del Movimento 5 Stelle che ha criticato invece apertamente l’idea di mettere il canone nella bolletta degli apparecchi mobili e Stefano Graziano del Partito Democratico che ha così sentenziato: “La Lega ha abolito l’abolizione del canone”.
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