Quello che è accaduto alle farfalle di ginnastica ritmica per tempo immemore e che solo poche settimane fa hanno avuto la forza di denunciare ha scosso davvero tutto il Paese, ma a rendere il quadro ancora più complesso, triste e spaventoso ci hanno pensato le parole di Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della nazionale.
I racconti della atlete ed ex atlete di ginnastica ritmica hanno fatto il giro dell’Italia, rimbalzando dai giornali alle tv e finendo in tribunale. Attualmente, infatti, sono in corso le dovute indagini per scovare i responsabili e capire come punirli, ma a far discutere sono state le parole di Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della nazionale.
“Sono alta 165 cm ed ero arrivata a pesare 36 chili: per un anno non ho avuto le mestruazioni e ancora oggi sono irregolari”: così inizia il racconto di una ginnasta, Sara Branciamore, a Repubblica. Racconto arrivato sulla scia delle denunce ad opera delle tre campionesse Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa, che hanno avuto la forza di parlare e raccontare le pressioni psicologiche a cui erano sottoposte per via del loro peso solo dopo anni di vessazioni.
Questo, però, come forse qualcuno avrà immaginato, mentre qualcun altro no, è stato solo l’inizio di una serie di vicende – di cui molte spiacevoli, si intende – che hanno coinvolto le Farfalle. Se da un lato queste affermazioni così forti hanno aperto il vaso di Pandora e hanno mostrato quello che accade quando le telecamere delle gare si spengono, le Farfalle si spogliano dai lustrini con cui siamo soliti vederle e tornano nelle loro palestre e questo ha reso necessario il mea culpa della Federazione, che ha affermato che prenderà provvedimenti contro gli autori di queste violenze verbali, dall’altro c’è anche chi si è scagliato contro le atlete, oppure quantomeno ha dichiarato – più o meno esplicitamente – di avere dei dubbi circa la veridicità delle loro accuse.
Tra questi non possiamo non menzionare le parole dello stesso presidente di Federginnastica, Gherardo Tecchi, che, dopo essersi dichiarato colpevole, ammettendo di aver commesso qualche “leggerezza”, parlando con Repubblica si è lasciato scappare: “Non pensa che sia molto strano che queste ragazze trovino il coraggio di parlare dopo molti anni dai fatti? Lo sa che in passato avevano fatto richiesta per entrare nello staff della Federazione? Se il sistema era così sbagliato, perché volevano entrarci?”. Le sue insinuazioni lasciano poco spazio ai dubbi, ma questo non cambia le cose: la Federazione ginnastica si costituirà parte civile qualora dovessero essere accertate le accuse da parte delle ginnaste e a breve avrà luogo un’assemblea straordinaria a cui prenderanno parte i direttori tecnici, i team manager e direttori dei centri federali per salvaguardare la salute mentale e fisica degli atleti.
In tutto questo polverone mediatico, però, fanno particolarmente rumore le parole di Emanuela Maccarani, la direttrice tecnica della Nazionale di ritmica.
“Credo che (Nina Corradini e Anna Basta, le prime ex Farfalle ad aver trovato la forza di parlare e raccontare quanto accaduto, ndr) siano vittime degli abusi di alcuni adulti o comunque di persone anche specializzate nelle varie materie che in questo momento stanno vicino a loro”: con queste parole la direttrice tecnica della Nazionale di ritmica, Emanuela Maccarani ha rotto finalmente il silenzio, dopo settimane.
A detta sua, quindi, non sarebbe successo nulla di tutto quello che le due ragazze, che sono state però solo le prime voci del coro che si è venuto a formare con il passare dei giorni, hanno raccontato. Maccarini, insomma, si dichiara ignara di tutto e sostiene oggi di non riuscire a spiegarsi come mai centinaia di giovani atlete abbiano denunciato violenze psicologiche. E se è vero che verba volant, ma registrazione manent, ci ha pensato il messaggio vocale lungo ben sei minuti inviato ad altre direttrici tecniche della Federazione a Repubblica a rendere chiara la sua posizione in merito a quello che sta accadendo.
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