Effetto domino per il M5S in Europa. Dopo l’addio degli eurodeputati Marco Affronte (passato ai Verdi) e Marzo Zanni (andato nell’ENF con la Lega), il mancato accordo con l’ALDE avrebbe provocato un vero e proprio terremoto politico all’interno del gruppo pentastellato dove si rischiano molte defezioni. Secondo l’Adnkronos, in tanti sarebbero pronti a lasciare, al massimo entro 15 giorni: l’agenzia non dà un numero preciso ma riferisce di un enorme malcontento tra gli eletti del movimento per una situazione gestita male dai vertici (Grillo e Casaleggio) di cui ora starebbero pagando le conseguenze. Per questo sarebbero in corso trattative interne tra i più fedeli alla linea dettata dall’Italia e chi invece ha mal digerito il cambio improvviso di gruppo, poi saltato per il no dei presunti alleati liberal-democratici. A questo si aggiungono le pressioni arrivate dall’Ukip per riaccogliere il M5S nel gruppo dell’EFDD, con una limitazione della libertà d’azione che ha inasprito il clima interno alla delegazione.
Dopo il caos sul mancato ingresso nel gruppo ALDE, il movimento di Beppe Grillo ha perso già i primi pezzi. A lasciare è stato Marco Affronte che approda ai Verdi, scatenando la reazione del leader che chiede il pagamento della penale da 250mila euro. Lo scrive lo stesso Grillo sul blog, rilevando “gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento” nella decisione di Affronte che “prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista dal Codice comportamento”. In base a questo codice, “Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente dal Parlamento Europeo e lasciare spazio a un eletto del MoVimento 5 Stelle”. In caso contrario, dovrà pagare la penale multimilionaria, destinata ai terremotati delle Marche e dell’Umbria.
La vicenda dell’ALDE e il rischio di veder vanificare il lavoro svolto ha portato Affronte, biologo marino di Rimini vicino al sindaco di Parma Federico Pizzarotti e attivista da tempo, a entrare nel gruppo dei Verdi: da tempo critico nella gestione del “capo politico”, l’eurodeputato ha parlato di una “decisione sofferta” ma necessaria perché “non ci sono più le condizioni per restare.
IL CAOS IN EUROPA: LEGGI COSA È SUCCESSO CON IL MANCATO PASSAGGIO DEL M5S ALL’ALDE
Oltre a lui, lascia anche Marco Zanni, passato al gruppo ENF nato dalla Lega Nord di Matteo Salvini e il Front National di Marine Le Pen. Rientra invece la defezione di Daniela Aiuto, di cui i Verdi hanno votato l’ingresso.
Smentisco i rumors delle ultime ore: da parte mia non ci sarà nessun passaggio ai Verdi e resto nel Gruppo EFDD con il Movimento 5 Stelle.
— Daniela Aiuto (@DanielaAiuto) 11 gennaio 2017
La vicenda del voto online e del no di ALDE ha scatenato una reazione a catena, allontanando dal movimento chi già era scettico sulla nuova gestione verticistica, con Grillo e Davide Casaleggio a decidere per tutti.
Nel frattempo, la base è ancora divisa. La gestione della vicenda europea ha deluso molti ma sono in tanti anche coloro che si scagliano contro Affronte sulla sua pagina Facebook, chiedendogli di dimettersi.
Oltre alla grana europea, Grillo si trova a gestire un altro problema che rischia di diventare spinoso. Il nuovo Statuto e il nuovo Regolamento M5S, votato dalla rete lo scorso ottobre espulsioni comprese, è stato impugnato da alcuni iscritti M5S, rappresentati dall’avvocato Lorenzo Borrè: Grillo, in qualità di rappresentante legale dell’associazione M5S, dovrà ora risponderne in tribunale. Per Statuto e Regolamento verrà anche chiesta la sospensione cautelare.