Forse è proprio vero che da che parte guardi il mondo (politico) tutto dipende. Almeno, così sembra all’interno del Movimento 5 Stelle che, dopo l’esito delle elezioni sta attraversando una fase di turbolenta incertezza. C’è chi, come Luigi Di Maio, vuole che il Governo vada avanti “costi quel che costi” e vede di buon grado l’alleanza con il Partito democratico in quanto “modello che ha funzionato”; e chi, invece, come Alessandro Di Battista, è convinto che il M5s abbia perso identità, e che soltanto gli Stati Generali potrebbero risollevarlo. I primi sono appoggiati da Beppe Grillo, che “guarda con favore a qualsiasi cosa possa fare andare avanti il governo”; i secondi da Davide Casaleggio, che non vedrebbe di buon occhio un accordo strutturale con i democratici.
“Basta con le battaglie intestine” serve “una collegialità maggiore perché alcuni problemi” del Movimento “derivano anche da un verticismo troppo spinto che c’è stato“. E’ necessaria “una collegialità in cui si può trovare sintesi e questa credo che sia una soluzione utile a tutti“, dice il presidente della Camera, Roberto Fico, ai microfoni di Radio24, tirando per le orecchie Luigi Di Maio, che dopo il risultato del referendum ha fatto ‘sua’ la vittoria.
In ogni caso, Fico è convinto che “che la spaccatura del Movimento non ci sarà. Ogni volta che il movimento vive periodi difficili poi alla fine l’importante è sedersi tutti intorno a un tavolo“, come potrebbero essere “gli Stati generali, per arrivare a una sintesi”, dice Fico. L’apertura verso Di Battista, che lunedì ha rilasciato su Facebook un duro sfogo circa la presunta crisi dei pentastellati, seppur lieve, c’è. “Ognuno può dire e fare ciò che vuole. L’importante è essere sempre chiari e trasparenti e avere coerenza nei comportamenti“, aggiunge Fico.
“Di Battista? Non si è mai messo in gioco realmente. In passato sono state fatte scelte che hanno penalizzato il M5S, si è fatto un gioco di ‘amichetti e caminetti’”, dice la deputata del M5s, Carla Ruocco, con parole meno morbide di Fico. Anzi, la presidente della commissione d’inchiesta sul sistema bancario, non nasconde la sua preoccupazione per lo stato di salute del Movimento dopo il ‘duro colpo’ delle elezioni regionali.
Intervistata dall’Adnkronos su un possibile rischio di scissione, Ruocco non si sbilancia: “Può darsi, ma non è una questione di guerra tra bande. Ci sono requisiti che il M5s deve ritrovare, la gente non si è sentita sufficientemente coinvolta e valorizzata”.
Intanto, c’è chi, come il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni (M5s) continua la sua “lotta, anche se spesso è sfiancante e demotivante: l’inadeguatezza di certe scelte, di talune persone, e dei toni nel Movimento 5 Stelle è alla base della situazione che stiamo affrontando– scrive su Facebook il pentastellato- spero finiremo di fare gli struzzi, capendo nei modi e nelle sedi giuste come cambiare, cacciando anche ‘i mercanti dal tempio’”.
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