Non c’è pace per la Rai “firmata” Giorgia Meloni, che dopo Fazio e Annunziata, potrebbe dire addio a Massimo Gramellini, conduttore di Le Parole, su Rai3 ed editorialista del Corriere della Sera. A far nascere i dubbi nel pubblico, proprio il diretto interessato, che ieri ha chiuso l’ultima puntata di stagione del talk show, con un saluto commosso, facendo anche un accenno ficcante all’ingerenza della politica nella televisione pubblica italiana. In molti, nell’ascoltarlo, hanno avuto la sensazione che si trattasse proprio di un addio alla trasmissione, da lui condotta dal 2016.
Ieri si è conclusa la stagione 2022-2023 de Le Parole, programma preserale in onda ogni sabato su Rai3, condotto da Massimo Gramellini. Inizialmente pensato come una rubrica di Che tempo che fa, a partire dal 2016 è diventato una trasmissione a se stante. Ieri, nell’accomiatarsi dal pubblico, il giornalista ed editorialista del Corriere della Sera è apparso particolarmente commosso, e ha lanciato alcune stoccate all’ingerenza della politica nella televisione pubblica. A molti il suo discorso è sembrato più un addio che un arrivederci, visto e considerato che, come era sua abitudine fino a questo momento, non ha dato appuntamento a dopo l’estate. Se confermato, l’addio di Gramellini andrebbe ad aggiungersi a quello di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Lucia Annunziata.
A suscitare i dubbi su un possibile addio di Massimo Gramellini a Le Parole, programma preserale del sabato di Rai3, il discorso di commiato al pubblico del giornalista del quotidiano di Via Solferino, che al contrario di quanto fatto nel 2022, non ha dato appuntamento con la trasmissione a dopo l’estate.
Inoltre, Gramellini è apparso piuttosto commosso, e le sue parole sono apparse ai più un addio: “La mia parola è ‘pubblico’. In sette anni siete diventati davvero tanti, ma mai come quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale. Questo programma lo sentite come una piccola parte della vostra vita, me ne accorgo quando incontro per strada qualcuno di voi” ha iniziato a dire il giornalista.
“Ma ‘pubblico’ significa anche servizio pubblico. Consentitemi di ringraziare la tanto bistrattata Rai. Al di là e al di sopra degli appetiti di potere dei quali è oggetto dal giorno della nascita, questa azienda è piena di lavoratori, tecnici, dirigenti straordinari – ha aggiunto Gramellini che ha quindi concluso dicendo che – Un grande dirigente della Rai del passato mi disse che servizio pubblico non consiste nell’avere tutti i racconti della realtà dentro lo stesso programma, ma la possibilità di scegliere più programmi che raccontino la realtà in modo diverso. Ogni spettatore, pagando il canone, finanzia non solo la propria libertà di scelta, ma anche quella degli altri. Paga l’edicola in cui ciascuno di noi va a leggersi il giornale che vuole”. Il conduttore ha quindi voluto salutare “con il sorriso” i telespettatori, augurando buona estate.
Nato a Torino nel 1960, Gramellini ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza, non finendo tuttavia gli studi preferendo dedicarsi al giornalismo, iniziando una collaborazione con il Corriere dello Sport – Stadio.
Nel 1988 approda a La Stampa, lavorando anche come inviato di guerra a Sarajevo. Nel 1998 gli viene affidata la direzione del settimanale del quotidiano Specchio, mentre a partire dal 2005 diventa vice direttore del giornale.
Nello stesso tempo inizia a collaborare con la trasmissione Che tempo che fa, commentando ogni sabato sera i sette personaggi o fatti salienti della settimana appena trascorsa. Dal 2016, diventa conduttore de Le parole della settimana, titolo originale del talk show odierno.
L’anno successivo lascia La Stampa, iniziando a lavorare per Il Corriere della Sera, nel contempo pubblicando numerosi libri ed opere, vincendo l’anno scorso il premio letterario La Tore isola d’Elba.
Se venisse confermato il suo addio alla Rai, si tratterebbe del terzo nel giro di poche settimane da parte di volti storici della televisione pubblica, dopo quelli di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto e quello di pochi giorni fa di Lucia Annunziata, anche lei dimissionaria dopo 30 anni passati nell’azienda di Viale Mazzini.
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