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Capi ultras italiani: chi sono i più potenti?

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Non c’è solo Genny ‘a Carogna a governare le curve degli stadi italiani. Il calcio nostrano è malato da tempo, con capi ultras che fanno il buono e il cattivo tempo dentro e fuori lo stadio: personaggi che non hanno praticamente nulla in comune con il tifoso vero, che fanno della ‘curva’ il loro impero, che hanno legami con la malavita e che spesso hanno una fedina penale lunga più di uno striscione. Repubblica ha tracciato il ritratto dei più potenti capi ultras italiani: vicinanza alle cosche, appartenenza a gruppi estremisti, reati e una serie di Daspo che poco o nulla hanno scalfito il loro potere.

Non bisognerebbe mai fare di tutta l’erba un fascio, eppure in questo caso la tentazione è forte. Scorrendo i profili dei capi ultras, si scoprono legami con il crimine organizzato, reati di ogni genere, violenze.

Gennaro De Tommaso, Genny ‘a Carogna, è uno dei tanti. Il fenomeno non è certo circoscritto all’Italia: impossibile dimenticare Zeljko Raznatovic, la tigre di Arkan, criminale serbo responsabile di crimini efferati durante la guerra dei Balcani, capo ultras della Stella Rossa di Belgrado. La nazionale italiana dovette soccombere alle violenze di Ivan Bogdanov, il capo della curva serba, il “teppista della Stella Rossa” o “Ivan il terribile” come lo battezzò la stampa italiana, quando nel 2010 bloccò con la violenza lo svolgimento della sfida Italia-Serbia, mettendo a ferro e fuoco la città di Genova.

Il fenomeno però in Italia è molto esteso e riguarda squadre di serie A come di serie inferiori. Le big nostrane hanno tutte il loro capo curva. Genny ‘a Carogna, secondo gli investigatori, sarebbe figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso. Pregiudicato con vari reati alle spalle, un arresto per droga e già un Daspo, è a capo della curva da tempo, prima come leader del gruppo ‘Mastiffs’, e poi dell’intera curva A del San Paolo.

Daniele De Santis, detto Gastone, è l’uomo che ha sparato contro i tifosi del Napoli prima della finale di Coppa Italia: romanista, capo della curva all’Olimpico, era già noto alle forze dell’Ordine per aver bloccato il derby della Capitale nel 2004, ma alle spalle ha un arresto (con assoluzione) per gli scontri durante Brescia-Roma del 1994 quando il vice questore della Polizia Giovanni Selmin e 16 agenti vennero feriti gravemente a colpi d’ascia. C’è poi anche l’arresto del 1996 perché, con altri tifosi ed esponenti dell’estrema destra romana, ricattarono l’allora presidente giallorosso Franco Sensi.

Oggi il suo posto è stato preso da Nicola Follo, a capo dei ‘Padroni di Casa’, gruppo di ragazzi di Casa Pound; dalla parte opposta, in casa Lazio, c’è Fabrizio Piscitelli, il ‘Diabolik’ della Curva Nord: 47 anni e capo ultras degli Irriducibili, è stato arrestato nel 2013 per traffico di stupefacenti e ora è in carcere. Piscitelli era legato a Michele Senese detto ‘o pazzo, boss della Camorra che da Afragola ha esteso il suo dominio nella Capitale.

A Catania il capo ultras è Michele Spampinato: 37 anni, è alla guida della curva nonostante il Daspo e nonostante nel 2008 sia stato accoltellato al gluteo durante gli scontri prima del match con la Roma.

Spostandosi a Nord troviamo Diego Piccinelli, del gruppo ultras Brescia 1911, denunciato per l’aggressione a un tifoso del Verona, ha il foglio di via e non può mettere piede in città: il 2 febbraio 2014 aggredì il tifoso, ‘colpevole’ di aver indossato la felpa del Verona.

A capo dei Viking della Juventus, c’è Loris Grancini: considerato uomo vicino a Cosa Nostra e alla cosca calabrese dei Rappocciolo, amante del poker è noto da tempo alle forze dell’Ordine.

A Genoa il capo ultras è Fabrizio Fileni, detto Tombolone: è balzato agli onori della cronaca per aver fatto togliere le maglie ai giocatori rossoblu dopo la sconfitta con il Siena.

Franco Caravita, fondatore dei Boys e a capo della curva dell’Inter, ha una fedina penale con diversi reati da stadio e negli ultimi tempi è stato al centro di indagini per infiltrazioni della malavita nelle curve milanesi, insieme a Giancarlo Lombardi, detto ‘Sandokan’, capo della curva Sud del Milan. Sandokan ha alle spalle precedenti per rapina, lesioni, tentato omicidio e tentata estorsione a carico della stessa società rossonera.

Tra le curve ‘rosse’ c’è quella del Teramo, nota come “la più a sinistra d’Italia”: a capo Davide Rosci, 31 anni, arrestato a Roma nel 2001 per l’assalto al blindato dei Carabinieri a piazza San Giovanni durante la “Giornata dell’indignazione”. Infine Claudio ‘Bocia’ Galimberti è il leader storico della curva dell’Atalanta e ha collezionato una lunga serie di Daspo, ma rimane l’indiscusso leader della tifoseria organizzata.

Lorena Cacace

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