Steve Bannon nelle grane per l’inchiesta su Capitol Hill, il Dipartimento di giustizia americano lo vuole condannare a sei mesi di reclusione e al pagamento di una multa da 200mila dollari.
Lo stratega della comunicazione di Donald Trump si è infatti rifiutato di collaborare con il Comitato che sta indagando sull’assalto al Capitol Hill. E non solo. In un suo podcast il far righter Bannon durante il procedimento si era lasciato andare ad attacchi molto duri contro il Comitato. “We’re going medieval on these people, we’re going to savage our enemies“, parole che tradotte suonano un po’ così: “Saremo medievali con questa gente, spaccheremo i nostri nemici“.
Ha puntato il dito mister Bannon contro il Comitato e non con mezzi termini. Usando un tipo di comunicazione che ricalca più i toni del “Pulp Fiction” di Tarantino, che quelli consoni a uno stratega della comunicazione e fedelissimo dell’ex presidente della prima potenza mondiale.
La multa di 200mila dollari in pratica fu Bannon a chiederla per se stesso. Il Dipartimento spiega infatti che “Bannon piuttosto di non rivelare i suoi redditi, come deve fare qualsiasi persona che è stata ritenuta colpevole di un crimine, disse all’accusa che avrebbe preferito invece pagare il massimo della multa“.
Ma vista la gravità delle circostanze l’accusa a calcato la mano anche sulla pena, che in pratica supera di cinque mesi il minimo previsto per la detenzione in questi casi. Scrive l’accusa “Per il disprezzo e la malafede mostrati verso il Congresso, l’imputato dovrebbe essere condannato a sei mesi di reclusione (…)“. E, continuano i Pm, “L’imputato ha deciso di porsi sopra la legge e di non seguire le disposizioni del governo come i suoi concittadini“.
Va notato, poi, che gli avvocati difensori di Bannon cercarono di capire se il Comitato fosse disponibile a rimuovere tutte le accuse nei confronti di Steve Bannon in cambio di una sua testimonianza, come lo spiegano le carte del processo.
Ma c’è dell’altro. In sostanza ciò che riferisce il Comitato spiega come Bannon attraverso i suoi social cerchi di “ridicolizzare la magistratura” attaccando i membri del Comitato stesso.
Il risultato a cui mirerebbe Bannon è quello di screditare il Comitato colpendone gli sforzi fatti finora per investigare sulle verità dell’attacco al Capitol Hill.
La sentenza per Bannon verrà emessa venerdì e si aggiungerà ad altri procedimenti che lo hanno visto imputato. Nel 2020 Steve Bannon venne messo sotto accusa per frode, perché avrebbe utilizzato per sé dei fondi raccolti online e destinati alla costruzione del muro anti-immigranti alla frontiera con il Messico. Fu proprio Trump a gennaio dello scorso anno a concedergli la grazia presidenziale. Bannon perciò non fu processato.
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