È boom di iscritti al car sharing in Italia: dal 2011 ad oggi, i numeri di coloro che per spostarsi scelgono di condividere un’automobile con altre persone sono cresciuti di 10 volte, arrivando a circa mezzo milione di persone, un italiano su 100, che in tasca hanno una tessera per usufruire di questo servizio. Sono alcuni dei dati emersi durante la presentazione dell’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility, promosso dal ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nel corso della settimana europea della mobilità sostenibile. Se alla base di questa scelta da parte degli italiani c’è anche una convenienza economica, ciò non toglie che a guadagnarci è l’ambiente, come dimostrano i dati correlati sull’inquinamento delle città.
Un caso evidente è quello di Milano, diventata la capitale del car sharing con l’80 per cento del business del settore e 300mila iscritti: il capoluogo lombardo non solo ha diminuito il numero delle auto in circolazione, ma ha visto abbattere la concentrazione di polveri sottili del 38 per cento negli ultimi quattro anni: per una città famigerata nel mondo per i livelli di smog non è affatto poco. Dopo un ritardo iniziale, l’Italia sta recuperando posizioni nell’ambito della mobilità condivisa, ed oltre al car sharing vanno aggiunte altre iniziative come il bike sharing, la condivisione di biciclette, e nuove ipotesi allo studio o già pronte per partire, come un analogo servizio per gli scooter o delle app per mettere in comune i parcheggi. Uno dei segreti di questo boom degli ultimi anni, per certi versi inaspettato, è dovuto alla messa in campo di soluzioni free float, un sistema grazie al quale le vetture, invece di avere una postazione di parcheggio fissa, possono essere prese e riconsegnate ovunque all’interno di un’area predeterminata, agevolando enormemente gli utenti.
I servizi di condivisione auto si stanno moltiplicando su tutto il territorio nazionale, con una prevalenza ancora marcata al centro-nord, e numerose sono le startup che propongono nuove soluzioni a costo zero che varrebbe la pena di prendere in considerazione per implementare il servizio, come ha dichiarato alla stampa anche Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Il settore della mobilità sostenibile è in crescita e in pieno sviluppo in tutta Europa: si prevede che il business entro il 2020 varrà 6,2 miliardi di euro e coinvolgerà 12 milioni di persone, un futuro a breve termine in cui la condivisione di bici, automobili e auto elettriche sarà la norma, e non più una bella eccezione.