Basandosi sulla media settimanale dei prezzi nazionali, sul sito del Ministero dell’Ambiente della sicurezza energetica è stato reso pubblico il costo a cui ha dovuto sottostare il carburante durante gli ultimi 7 giorni.
La benzina, nella modalità self-service, è arrivata a costare 1,871 euro al litro aumentando quindi di 4,18 centesimi. Il gasolio invece ha raggiunto la cifra di 1,912 euro al litro vedendo quindi un aumento di 3,72 centesimi.
È stato analizzato il costo del carburante durante l’ultima settimana, ossia in quel periodo di tempo che va dal 23 al 29 gennaio.
E’ questa la settimana durante la quale si è tenuto anche lo sciopero dei benzinai.
In base a ciò che possiamo leggere dalla media settimanale dei prezzi nazionali, all’interno del sito del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è stato reso pubblico il fatto che la benzina è arrivata a costare 1,871 euro al litro vedendo quindi un aumento di 4,18 centesimi mentre il gasolio ha raggiunto la cifra di 1,912 euro al litro con un aumento di 3,72 centesimi.
Il costo medio giornaliero che è riuscito a rilevare Lab24 afferma che il prezzo sia per la benzina che per il gasolio non è cambiato molto rispetto al costo medio settimanale certificato da parte del ministero.
Se invece si fa riferimento alle province, Lab24 è stato in grado di registrare il luogo in cui il costo è più alto, ossia la città di Nuoro.
Qui il carburante viene venduto a 1,915 euro al litro mentre a Bolzano il costo del gasolio è arrivato a toccare 1,968 euro al litro.
Le città più virtuose invece risultano essere Fermo e Ancona, nella prima il costo della benzina è arrivato a toccare il prezzo di 1,818 euro al litro mentre nella seconda città il diesel viene venduto a 1,870 euro al litro.
In questi giorni continuano ad andare avanti i controlli da parte della Guardia di Finanza inerenti al costo della benzina.
Infatti, soltanto del mese di gennaio, sono stati 2.500 gli interventi portati avanti dalle Fiamme Gialle andando quindi a contestare 989 violazioni.
Nello stesso momento va avanti anche il percorso alla camera riguardo alle decreto carburanti, un argomento decisamente scottante per i benzinai.
E’ oggi infatti l’ultimo giorno utile per presentare le proposte di modifiche.
Durante la settimana arriverà quindi l’emendamento del governo il quale avrà il compito di tenere presente le ultime audizioni prima di decidere in che modo muoversi.
La commissione si riunirà giovedì, momento in cui si andrà a decidere anche l’ammissibilità prima di procedere alle votazioni.
Tutto ciò arriverà a Montecitorio durante la metà del mese di febbraio.
Si tratta di un decreto al cui interno è presente anche l’obbligo per i benzinai di rendere pubblico il costo praticato insieme al prezzo medio regionale.
Coloro che violano queste regole saranno soggetti a sanzioni che partono da un minimo di 500 euro fino ad un massimo di 6.000 euro.
Si tratta in ogni caso di un decreto che per il momento non è accolto benevolmente dai benzinai.
Infatti diverse critiche su questo provvedimento sono state portate avanti da diverse parti a partire dalle imprese fino ai sindacati senza dimenticare l’Antitrust.
Infatti il garante Roberto Rustichelli ha affermato che esporre i prezzi medi regionali della benzina nei distributori non risulta essere qualcosa di fondamentale importanza.
Quest’ultimo ha segnalato anche che a causa di “benefici incerti, i consumatori si trovano di fronte ad “un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi“.
Ed è proprio in quest’ottica che aumenta sempre di più la pressione di andare ad eliminare l’obbligo di esposizione dei prezzi, un argomento che potrebbe essere affrontato all’interno degli emendamenti del decreto.
E’ molto alta la probabilità che si vada ad intervenire anche sulle sanzioni.
Adolfo Urso, il ministro dell’industria del made in Italy, ha voluto avanzare la modifica mettendosi a tavolino con i benzinai.
È stata quella l’occasione in cui avanzato l’idea di trasformare in obbligatoria la comunicazione dei prezzi settimanali e di fare in modo che la stazione di servizio venga chiusa nel momento in cui questa comunicazione non avvenga per quattro volte consecutive.
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