Forti fibrillazioni interessano i mercati dell’energia dopo la decisione, presa ieri notte in seno alla Commissione europea, di bloccare le importazioni via nave del petrolio russo.
I rincari che caratterizzano quest’oggi, 31 maggio, i principali mercati della compravendita di prodotti energetici sono causati dall’evolversi della situazione cinese ed europea riguardo rispettivamente a Covid e petrolio.
Per quel che concerne il contesto asiatico, la fine del duro e repressivo lockdown del porto cinese di Shanghai, il più importante del paese e uno dei maggiori al mondo, sta decongestionando il commercio mondiale. Da alcune settimane, proprio a causa della sospensione delle attività per motivi sanitari, si era innescata una crisi delle supply chain, le catene di approvvigionamento che proprio nella Cina hanno un loro nodo focale, essendo il paese comunista il produttore di numerosi componenti necessari alla filiera produttiva di molti stati del globo.
Spostandosi in Europa, è di questa notte la sofferta (se ne discute ormai da varie settimane) decisione dell’Unione Europea, con il sesto pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa determinate dall’invasione dell’Ucraina, di bloccare sul territorio unitario le importazioni via nave del greggio di Mosca.
I future sul Brent, il giacimento del Mare del Nord utilizzato quale riferimento per il prezzo di scambio dell’oro nero, hanno toccato il valore di 120$.
Dati gli ultimi sviluppi, l’Eni ha incrementato di 3 centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di 2 cent. per litro quelli del gasolio.
Ad inizio mese il governo aveva predisposto un taglio sulle accise della benzina di 25 centesimi e l’azzeramento di quelle sul gasolio; inoltre l’IVA sui carburanti era stata ridotta al 5% fino all’8 luglio 2022. Nonostante gli sforzi dell’esecutivo per alleviare parte dei rincari sul consumatore finale, gli sviluppi geopolitici sembrano continuare imperterriti a pesare sul potere di acquisto dei cittadini.
I prezzi attualmente in vigore per i self service sono i seguenti: benzina 1,90 €/l; diesel 1,82 €/l; Gpl 0,83 €/l; metano 1,84 €/l; Gnl 2,08 €/l.
Quello dell’aggravio dei listini del carburante incide su ciascuno, dal semplice automobilista alle ditte di trasporto e consegna, senza dimenticare coloro che dirigono grandi mezzi fortemente energivori come le imbarcazioni atte a commercio e pesca. È in corso dalla scorsa settimana per altro lo sciopero nazionale dei pescatori, impossibilitati a prendere il largo per i proibitivi prezzi del carburante, i quali di fatto elidono i ricavi della giornata in mare.
Si attendono le mosse di palazzo Chigi: la speranza di molti è che il governo raggiunga un accordo per abbassare ulteriormente le numerose accise sulla benzina, permettendo, in questo complesso periodo, un po’ di respiro per i portafogli degli italiani.
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