Il carcere della città di Trapani sotto occhio della procura della città. Droga e cellulari sono stati introdotto al suo interno, anche attraverso l’uso dei droni si tratta di un’inchiesta partita quattro anni fa ed arrivata, oggi, ad una svolta.
Sono state emesse 24 misure cautelari per altrettante persone coinvolte e, fra queste, ci sono anche tre agenti di polizia penitenziaria. Vediamo insieme.
La Procura di Trapani ha sotto la lente di ingrandimento il carcere della città. I Carabinieri del locale comando provinciale, insieme al personale del Nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria, in queste ore stanno eseguendo alcune misure cautelari nei confronti di 24 persone, così come disposto dal Gip.
L’inchiesta è molto particolare: si tratta di un’indagine concentrata sull’ingresso di droga e cellulari, anche utilizzando i droni, all’interno dell’istituto penitenziario della città sicula. Le 24 persone raggiunte dalla misura cautelare emessa, sono indagate a vario titolo, fra cui spaccio di droga, corruzione, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, evasione e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.
Gli accertamenti voluti e proposti dalla Procura hanno evidenziato come, sia i cellulari che la droga stessa entravano in carcere anche con l’ausilio di droni e, per questo motivo, nell’indagine sono stati anche coinvolti tre agenti della Polizia penitenziaria. Due di loro sarebbero già in pensione, mentre l’altro è deceduto nel corso dell’indagine che, ricordiamo, è partita nel 2019 e, oggi, è arrivata alla sua svolta.
Secondo gli atti dell’inchiesta, che vede coinvolte decine di detenuti, ci sono anche dei filmati che riprendono l’ingresso della droga quanto anche dei telefonini all’interno nell’istituto di pena trapanese. Per 17 degli indagati sono stati disposti gli arresti in carcere. Invece, per 5, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Infine, per altri 2, l’obbligo di dimora.
Non si tratta di arresti eseguiti solo nella regione, in città come Trapani, Palermo, Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, Mazara del Vallo, in provincia di Trapani e Avola, in provincia di Siracusa, ma anche in altre città come Benevento e Bari.
Indagini serrate, partite nel 2019, che sono state condotte dalla stessa procura di Trapani e che hanno portato a misure cautelari, come dicevamo, per 24 persone, fra i quali anche degli agenti penitenziari. Le accuse per gli indagati sono di vario tipo e vanno dalla truffa, allo spaccio di droga e, anche, alla corruzione e all’abuso d’ufficio.
La particolarità è stata quella di individuare, anche attraverso filmati, le modalità con le quali la droga quanto anche i cellulari entravano in carcere fra i detenuti: attraverso dei droni. Da lì, sono scattate le indagini che hanno visto la conclusione proprio con le misure cautelari di questa mattina.
Misure cautelari che, come dicevamo, non sono state elevate solo in Sicilia, ma anche in due città delle regioni vicine: a Benevento, in Campania, e a Bari, in Puglia.
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