Il rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – in relazione all’anno 2022 – rivela che si è rilevato il numero più alto di suicidi mai registrati nelle carceri italiane: in totale, sono 85 le persone che hanno deciso di togliersi la vita, pari a una media quasi di un suicidio ogni quattro giorni.
Inoltre, il tasso di suicidi nei penitenziari è risultato essere 23 volte superiore rispetto a quello rilevato nei casi di suicidio avvenuti al di fuori della prigione. Nel gruppo delle persone decedute, 5 erano donne e 36 erano stranieri.
Suicidi nelle carceri italiane: il rapporto Antigone
Secondo il XIX Rapporto Antigone, presentato di recente, il numero di detenuti nelle carceri italiane sta aumentando ad un tasso circa 5 volte superiore rispetto all’aumento dei posti disponibili.
Questa situazione ha portato ad una emergenza di sovraffollamento: più della metà dei detenuti ha meno di tre anni da scontare.
Al 30 aprile di quest’anno, erano presenti nelle carceri italiane 56.674 persone, mentre la capienza ufficiale è di soli 51.249 posti, il che significa che ci sono ben 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza prevista.
Tuttavia, quest’ultimo dato va considerato alla luce del fatto che ci sono anche dei posti non disponibili, che – a maggio di quest’anno – erano pari a 3.646.
Il sovraffollamento delle carceri italiane è influenzato anche dalla percentuale di custodia cautelare, che – attualmente – rappresenta il 26,6% del totale.
Anche se in diminuzione rispetto al passato, questa percentuale risulta ancora più alta rispetto alla media europea.
Il sovraffollamento nelle carceri del nostro Paese
Nel corso dell’anno 2022, sono stati ispezionati – in modo dettagliato – 97 istituti penitenziari in Italia. Tra questi, 64 erano case circondariali, 22 erano case di reclusione, 2 erano istituti a custodia attenuata (Eboli e Laureana di Borrello) e l’Icam di Lauro.
A livello nazionale, il tasso medio di sovraffollamento ufficiale era del 110,6%, ma – tenendo conto dei posti conteggiati come non disponibili – l’effettivo tasso di sovraffollamento era del 119%.
Tuttavia, a livello regionale, le statistiche differiscono e le regioni con i tassi di sovraffollamento peggiori sono la Lombardia (151,8%), la Puglia (145,7%) e il Friuli Venezia Giulia (135,9%).
Dal 30 aprile dello stesso anno, la capienza ufficiale è aumentata dello 0,8%, mentre le presenze sono aumentate del 3,8%. L’aumento maggiore è registrato tra le donne (+9%).
L’aumento tra gli stranieri, pari al 3,6%, è stato più o meno in linea con quello dell’intera popolazione carceraria.
Tra gli istituti penitenziari italiani, i valori effettivi più alti di sovraffollamento si riscontrano a Tolmezzo (190,0%).
Seguono Milano San Vittore (185,4%), Varese (179,2%) e Bergamo (178,8%).
Se si paragona la situazione italiana con quella degli altri Paesi europei, soltanto Cipro e Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori rispetto all’Italia.
Nel ranking dei tassi di detenzione, ossia il rapporto tra il numero di detenuti e quello dei cittadini liberi, l’Italia si colloca al 36esimo posto. Nel nostro Paese si incarcerano meno persone della Francia e della Spagna, ma più della Germania e dei Paesi nordici.