È una delle più gravi carenze del nostro Paese. Ci sono alcune zone, infatti, dove avere o trovare un medico è diventato un miraggio più che lontano. Ci sono alcune Regioni che sono maggiormente in sofferenza rispetto alle altre.
Piemonte, Lombardia, Veneto e Calabria solo per citarne alcune. Ma in alcune province, la situazione si presenta ancora più grave di quella che è.
In molti dicono: “Basterebbe assumerli”, perché medici ed infermieri formati ci sono. Allora, se la situazione è così semplice, perché non si cerca di porre rimedio ad un’atavica carenza che colpisce tutte le regioni d’Italia? La carenza di medici ed infermieri in Italia si fa sentire di più rispetto che in altri Paesi d’Europa.
Non solo le zone più periferiche, ma anche le grandi aree interne. Siamo assistendo ad una vera e propria “desertificazione sanitaria”, così come gli esperti dichiarano. A presentare un report alquanto preoccupante è “Cittadinanzattiva”.
Ci sono 9 regioni e ben 39 province che sono in notevole sofferenza proprio per mancanza di medici ed infermieri: Lazio, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Calabria, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Sono queste le zone d’Italia dove, quella che viene definita “desertificazione sanitaria” si sta attuando.
Il report ha analizzato dati forniti dal Ministero della Salute a partire dal 2020 e non tutto sembra andare per il verso giusto. Se si scende nel dettaglio, infatti, ad esempio proprio in Piemonte, nella sola provincia di Asti, un solo medico pediatra di famiglia arriva a seguire più di 1800 bambini (quando la media nazionale dovrebbe essere poco più che 1050).
O ancora, a Bolzano, un medico di medicina generale arriva ad avere più di 1500 pazienti da assistere (la media nazionale si aggira intorno ai 1200). Ma la situazione diventa ancora più grave se si cerca un medico specifico. Ad esempio, nella provincia di Caltanissetta, un ginecologo ospedaliero c’è per oltre 40mila donne.
Il confronto con Roma è palpabile: qui, ce ne è uno ogni 2300 donne. Anche per altri medici specifici la situazione non è delle migliori. A Bolzano, la situazione cardiologi è 70 volte peggiore rispetto alla città di Pisa (Bolzano ha un cardiologo ogni 224mila abitanti. Pisa uno ogni 3000).
Un vero e proprio disastro se si pensa che, questa situazione si riversa poi anche negli ospedali e negli interventi da fare. “Tutto ciò non agevola la programmazione degli interventi stessi” – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di “Cittadinanzattiva”.
Sono le zone interne delle singole Regioni quelle più in difficoltà, dove vivono quasi 13 milioni di italiani. Come è possibile notare, però, si tratta di zone molto diversificate del Paese, senza distinzione fra Nord e Sud, perché le ataviche carenze ci sono dappertutto.
Una provincia su tre si trova in difficoltà, 9 regioni su 20 sono in affanno e colpite da tale carenza. È necessario trovare subito una soluzione a tutto ciò, perché la salute viene prima di ogni altra cosa ed è soprattutto un diritto da garantire a tutti.
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