Esiste un nuovo sistema di trasporto merci urbano che da qualche tempo si è diffuso con sempre maggiore frequenza nelle città italiane: è il servizio Cargo Bike, che prevede corrieri che utilizzino biciclette al posto di furgoncini o motorini per recapitare pacchi e corrispondenza. Questi eco-corrieri riescono a coniugare efficienza pratica e rispetto dell’ambiente, un nuovo esempio di sostenibilità ambientale che permette ai trasportatori di raggiungere anche il centro cittadino e le zone off limits al traffico delle nostre metropoli senza emissioni di sostanze inquinanti. La prima impresa tutta di eco-corrieri è nata a Milano, sempre all’avanguardia nei progetti di trasporto sostenibile, con la Urban Bike Messengers, ma le consegne senza consumo di gasolio e benzina sono diffuse ormai in tutte le principali città dello Stivale.
Una nuova frontiera del trasporto merci che è in realtà un ritorno al passato, visto che i primi corrieri in bici risalgono a fine Ottocento, soppiantati nel secolo successivo dall’automobile e i veicoli a motore in genere. Ora che la sensibilità ecologica è notevolmente accresciuta, e sempre più persone preferiscono lasciare l’auto in garage, anche i corrieri sposano la causa della mobilità alternativa, confortati dai dati a sostegno: in base al Progetto Cyclelogistics della Ue, il 51 per cento degli spostamenti a motore è possibile mediante bici, inoltre nell’area compresa tra 5 e 7 chilometri e per i carichi entro i 200 chili le cargo bikes risultano competitive sul trasporto tradizionale ‘garantendo velocità e un maggior numero di consegne‘. E l’Italia si è adeguata al nuovo trend, e dopo Milano, anche Roma, Napoli, Genova, Palermo, Cagliari, ed anche realtà più piccole come Modena, hanno scelto servizi di trasporto merci tramite l’uso di biciclette, per prestigiosi marchi come per piccole aziende bio che offrono frutta e verdura a chilometri zero, ad esempio.
Il nostro Paese colma così un ritardo storico rispetto ad altre nazioni della Ue dove il servizio Cargo Bike è diffuso da tempo, in Francia come in Olanda, in Germania come in Inghilterra, con risultati inequivocabili che parlano di centinaia di tonnellate di CO2 abbattute e migliaia di euro risparmiati nelle rilevazioni annuali, a dimostrazione di come il Cargo Bike sia un servizio ecologico, pratico ed economico. Secondo Giulietta Pagliaccio, presidente di FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, il servizio è in crescita ma mancano ancora infrastrutture adeguate per consentire una maggiore efficienza nella consegna in città, come ‘corsie ciclabili, piste separate, spazi per il carico merci più centrali e la ‘zona 30’ dove il limite dei 30 chilometri orari è uno standard di sicurezza certificato. Ma non solo: è necessario fare politiche che guardino anche alla concretezza dei numeri e quindi a quantificare i fruitori del servizio e le aziende, una sorta di censimento per quantificarne il potenziale, operazione utile per poter investire e capire meglio quanto, dove e cosa serve per consacrare questo tipo di trasporto merci urbano‘. Insomma il Cargo Bike c’è e funziona, ma per colmare definitivamente il gap con gli altri Paesi europei bisogna che anche le amministrazioni locali ci credano ed investano fondi nella mobilità sostenibile con maggiore determinazione.