Eletto per la prima volta in questa legislatura alla Camera dei Deputati sotto l’insegna di Fratelli d’Italia, Carlo Nordio, ex magistrato, è il favorito per la nomina a ministro della Giustizia del nuovo governo di centrodestra.
Liberale, atlantista e anti-totalitario, Nordio ha preso parte ai processi legati al terrorismo brigatista e a Tangentopoli, divenendo uno dei volti più noti della magistratura italiana.
Carlo Nordio nasce a Treviso nel 1947. Dopo gli studi in Giurisprudenza presso l’università di Padova, dove si laurea nel 1970, l’attuale deputato FdI entra in magistratura nel 1977.
È probabilmente il periodo più duro degli scontri tra le frange del terrorismo di destra e di sinistra che ha conservato quel periodo nella storia con il nome di “anni di piombo”. Nordio inizia da subito (1980-1982) a collaborare sulle stragi avvenute in Veneto da una costola locale delle Brigate Rosse, divenendo poi consulente della Commissione Parlamentare istituita nel 1988 per indagare su terrorismo e stragi.
Durante gli anni ’90 è impegnato nell’inchiesta Mani Pulite, per la quale si occupa soprattutto dello scandalo delle cosiddette cooperative rosse, accusate di elargire denaro in cambio di favori e pubblici appalti.
Nel nuovo millennio, il magistrato trevigiano presiede la Commissione Ministeriale per la riforma del Codice Penale del secondo governo Berlusconi (2001-2005) e partecipa all’indagine sul progetto MOSE di Venezia che conduce all’arresto per tangente di 34 persone nel 2014.
Nel 2017, raggiunta l’età per il pensionamento, Nordio lascia il mondo giudiziario a cominciare dal ruolo di Procuratore aggiunto a Venezia, incarico che lo ha accompagnato per tutta la carriera.
L’anno successivo, nel 2018, entra a far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi. Collaboratore di numerose riviste e giornali, mantiene attualmente uno stretto legame con il quotidiano romano Il Messaggero.
Prima della nomina a deputato e del possibile incarico al Ministero della Giustizia, Nordio è salito agli onori della cronoca per essere stato indicato da Fratelli d’Italia quale candidato per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, avvenuta nel gennaio 2022.
In quella occasione, che certifica l’apprezzamento della formazione meloniana verso l’ex magistrato, il nome di Carlo Nordio fu proposto come alternativo a quello di Sergio Mattarella, raccogliendo 90 preferenze, sostegno abbastanza ampio, dato che i grandi elettori di Fratelli d’Italia erano solo 63.
Di ispirazione liberale, Nordio si è sempre definito oppositore dei regimi dittatoriali, tanto nazifascisti quanto comunisti.
Ha più volte professato l’esigenza di una profonda ristrutturazione del Codice giudiziario, ultimo vero lascito del fascismo secondo l’ex magistrato, poiché quello in uso è ancora il codice voluto e creato dal regime mussoliniano.
Tale ammodernamento, di segno garantista e liberale, sarebbe pienamente condiviso dalla destra di Giorgia Meloni, il cui programma sulla giustizia sembra confezionato proprio sulle osservazioni indicate da Nordio nel corso della sua carriera in magistratura.
Per questo l’ex funzionario pubblico è la persona più indicata per il ruolo di Guardasigilli e la presidente di Fratelli d’Italia sembrerebbe infatti non voler sentire ragioni sul suo incarico, vincendo anche le forti pressioni di Berlusconi per avere un esponente forzista in quel dicastero.
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