Carne di animali in via di estinzione: pene aumentate in Cina

rinoceronte

Qualcosa in Cina sta cambiando, per quanto riguarda la sensibilità verso gli animali in via di estinzione: dopo la vicenda dei 130 orsi salvati da una fattoria di bile di cui vi abbiamo parlato qualche settimana fa, vogliamo ora concentrare la nostra attenzione sulla stretta legislativa che il governo di Pechino ha deciso di compiere riguardo il commercio di carne di animali selvatici, in particolare per le specie che sono maggiormente a rischio, diventate sempre più rare in tutto il pianeta.

Le autorità cinesi hanno infatti deciso di inasprire le pene nei confronti di chiunque consumi carne di animali in via di estinzione: ora si rischia fino a 10 anni di carcere. La motivazione di questo giro di vite è stata spiegata ai media da Lang Sheng, un deputato all’Assemblea Nazionale del Popolo, il quale ha voluto rimarcare come ‘la domanda sia una delle motivazioni alla base della caccia su larga scala‘ di questi animali, in particolare specie quali la tigre o il rinoceronte. Ecco perché si è deciso di puntare più sul consumatore che non sul commerciante dal punto di vista del sistema punitivo, sperando che l’aumento delle pene possa fungere da deterrente verso chi ama cibarsi delle carni di questi animali. Si tratta di un altro segnale del mutamento culturale in atto nel grande Paese asiatico, il primo mercato al mondo per ciò che riguarda il commercio di fauna selvatica.

Le motivazioni alla base di questo commercio sono invero molteplici, e non riguardano solo le tradizioni gastronomiche: esiste infatti da secoli un’ampia letteratura medica fondata sulle proprietà curative della carne o di altre parti anatomiche di alcune specie, credenze popolari che sono dure da estinguere, e che hanno generato nel tempo un indotto fiorente e particolarmente complesso. Secondo uno studio dell’Onu ad esempio, intorno ai corni di rinoceronte vi sarebbe un sistema organizzativo molto stratificato, che coinvolge un gran numero di persone a molteplici livelli, il cui commercio illegale genera profitti superiori a quelli del mercato dell’eroina. Un mercato fiorente che promette cure miracolose non soltanto in Cina, ma in tutto il sud-est asiatico, dal Vietnam alle Filippine. L’intervento legislativo attuato dalle autorità di Pechino potrebbe indurre altre nazioni a compiere altrettanto, sfidando gli interessi delle attività criminali e le resistenze culturali legate alla tradizione popolare.

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