Il futuro dell’umanità? Potrebbe passare dalla commercializzazione della carne sintetica. Che la Terra sia un pianeta sovrappopolato, in cui gli uomini consumano ogni anno più risorse di quante effettivamente siano a disposizione, è una realtà oramai assodata, e pertanto le soluzioni anche stravaganti da attuare in nome dell’ecologia si moltiplicano per sfamare chi non ha accesso alle risorse alimentari sufficienti, senza pesare sulla vivibilità del pianeta attraverso il consumo di suolo, l’inquinamento e le altre problematiche derivanti da allevamento e agricoltura intensivi e una filiera industriale del mondo alimentare. La carne in vitro è prossima a diventare realtà? Alcuni segnali farebbero pensare di sì.
Le ricerche sulla carne sintetica vanno avanti già da parecchi anni, ma nel 2015 la scienza ha dato una forte accelerazione al progetto per raggiungere i risultati di una commercializzazione entro 5 anni: il maggiore ostacolo finora era stato il prezzo proibitivo, ma nel 2017 si sono registrati costi in discesa per la carne in vitro, che potrebbero far presumere ad una commercializzazione non più così lontana nel tempo. Nel 2013 realizzare un chilo di carne in vitro costava 620mila euro, due anni dopo 85 euro, oggi siamo a 20 euro: costi assolutamente competitivi, ed infatti sono in aumento le start up che vogliono investire nella carne sintetica, applicando i risultati sul gusto del prodotto già conseguiti e che a quanto pare sono davvero confortanti, contando che con la carne in vitro inoltre non si procurerebbe alcuna sofferenza agli animali.
I vantaggi in termini ambientali della carne sintetica possono essere molteplici: secondo Hanna Tuomisto, agronoma della britannica London School of Hygiene and Tropical Medicine, con la commercializzazione della carne in vitro si potrebbe ridurre l’abuso di suolo del 99 per cento e di oltre il 90 per cento l’emissione di gas serra prodotti dagli animali da allevamento. Ma c’è anche chi avanza dubbi e maggiore scetticismo su questo ‘miracolo ecologico’ della carne sintetica: secondo Carolyn Mattick della Arizona State University tutto dipenderà dalle sostanze nutrienti per alimentare le cellule staminali da cui verrà generata la carne sintetica, in particolare i riflettori sono puntati sull’uso di glucosio, che paradossalmente potrebbe produrre più CO2 degli allevamenti tradizionali, giacché questo ingrediente andrebbe riscaldato prima del suo utilizzo.
In ogni caso il futuro dell’umanità passerà irrimediabilmente attraverso ciò che la scienza sarà in grado di offrire come alternativa all’attuale sistema alimentare, che non è in grado di sfamare gli attuali circa 8 miliardi di persone, figuriamoci l’umanità del prossimo futuro che vedrà numeri ancora maggiori: e se persino una metà dei vegetariani e vegani intervistati sul tema si dice pronta a mangiare carne sintetica prodotta in laboratorio, le probabilità di commercializzazione appaiono sempre più realistiche.
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