Caro carburante, i benzinai rischiano se continuano a non esporre i prezzi. Antitrust avvia delle ispezioni su esso, Eni, Kuwait, IP e Tamoil.
Le sanzioni per i gestori potranno variare tra i 500 e i 6000 euro e in seguito ad una terza violazione potrebbe anche essere disposta una sospensione delle attività.
Nuova stretta per i benzinai, prevista dal decreto di 5 diversi articoli per contenere quelli che sono i prezzi del carburante. L’obbligo per tutti i benzinai sarà quello di esporre di fianco al prezzo praticato quello misurato dal Ministero delle imprese, altrimenti sarà prevista una sanzione. Tale provvedimento è stato fortemente voluto da parte del governo in seguito ai movimenti di rialzo che sono stati registrati i primi di gennaio, registrati in contemporanea all’aumento di tutte le accise su diesel e benzina.
Nel frattempo l’Antitrust ha dato il via a ispezioni per Esso, Eni, Kuwait, IP, Tamoil e Petroleum Italia. Ad annunciarlo è stata l’Autorità che ha spiegato di aver notato irregolarità alla pompa di benzina fra i prezzi e conferma l’omessa comunicazione sul portale Osservaprezzi carburanti di tutti i prezzi appunto del carburante. Con i controlli effettuati è emersa, da parte di tutte le compagnie durante i controlli ai distributori, una ‘omessa diligenza’. Esso, Eni, Kuwait, IP, Tamoil e Petroleum Italia
Non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori.
A questo punto i prezzi medi dei carburanti saranno pubblicati online sul sito del Ministero delle imprese e del Made in Italy, mentre per quanto riguarda i benzinai avranno 15 giorni di tempo per aggiornare la cartellonistica di tutti i punti vendita. Tutti coloro i quali non adegueranno la cartellonistica e quindi non comunicheranno i prezzi giusti insieme ai prezzi medi che sono stati calcolati dal Ministero riceveranno una sanzione che può variare dai 500 ai 6000 euro:
Dopo la terza violazione può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo non inferiore a 7 giorni e non superiore a 90 giorni.
La Guardia di Finanza avrà il compito di accertamento delle irregolarità mentre il Prefetto si occuperà delle sanzioni. C’è anche però chi non è d’accordo a tale provvedimento: Giuseppe Sperduto, ovvero il Presidente Faib Confesercenti ha commentato tale situazione e ha definito l’obbligo di esporre il prezzo medio:
Una misura del tutto inutile ai fini del contenimento dei prezzi.
I gestori autonomi invece chiedono di esporre anche il prezzo di cessione, a mettere in evidenza ciò è l‘associazione nazionale gestori autonomi carburanti:
«Al governo abbiamo chiesto che al prezzo medio di vendita sia affiancato anche il prezzo medio di cessione, cioè il prezzo d’acquisto della merce. Per noi un modo semplice ma molto più incisivo di fare chiarezza sulla formazione dei prezzi dei carburanti».
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