Al via oggi dopo mille polemiche il decreto carburanti. Dopo gli ultimi ritocchi, vediamo quali sono le novità.
Buoni benzina detassati, bonus trasporti e nuovi obblighi per i gestori, mentre continuano i controlli a tappeto da parte della Guardia di Finanza.
Ieri Mattarella ha firmato il discusso decreto carburanti, argomento di cui si parla molto in questi giorni specialmente per l’accanimento della Guardia di Finanza con controlli a tappeto per scoprire i cosiddetti benzinai furbetti.
C’è chi specula sul prezzo di benzina e gasolio, che ormai è arrivato e in alcuni casi ha superato, il tetto psicologico dei 2 euro al litro. In questo clima molto agitato il culmine si raggiungerà il 25 e 26 gennaio nello sciopero proclamato dai sindacati di categoria.
La parola chiave di questo decreto è la trasparenza, infatti la misura che più ha fatto discutere è l’obbligo di esporre, da parte delle stazioni di servizio, la cartellonistica con il proprio prezzo e quello a livello nazionale.
Il decreto entra in vigore oggi ma già martedì scorso era stato varato nel Consiglio dei Ministri. Due giorni fa si è tenuto il vertice a Palazzo Chigi con i sindacati dei gestori che in realtà hanno posto in sospeso lo sciopero di cui parlavamo poco fa, in attesa di leggere il testo delle nuove normative. Un nuovo tavolo tecnico con il governo è stato fissato per martedì 17 gennaio.
Il clima è molto agitato, infatti l’aumento dei costi al distributore non incide solo sul portafoglio degli automobilisti italiani ma anche su un lungo elenco di beni e servizi. Pensiamo alla spesa nei supermercati, che vengono riforniti con il trasporto della merce sui camion, oppure ai biglietti aerei.
Difficile dire quale sarà l’effetto in termini di indice di inflazione, di sicuro però questa riceverà una grande spinta nei prossimi mesi.
Vediamo il decreto punto per punto.
Partiamo dalla novità principale, quella che sta facendo scoppiare malcontenti ovunque, ovvero l’obbligo dell’affissione del prezzo da parte dei benzinai.
Il prezzo medio dei carburanti su base regionale sarà pubblicato dal ministero delle Imprese e del made in Italy e i gestori hanno un mese di tempo per adeguare la propria cartellonistica.
Su questa dovrà essere riportato il proprio prezzo e quello nazionale, che verrà monitorato giornalmente.
In caso di violazione le sanzioni possono arrivare fino a 6000 euro, con la possibilità che l’impianto venga chiuso fino a un massimo di 90 giorni. Dopo la terza trasgressione il Mimit può agire nei confronti della stazione di servizio nelle modalità che meglio crede.
Ad accertare il comportamento dei gestori sarà la Guardia di Finanza, che anche in questi giorni ha lavorato in questa direzione e il fascicolo è arrivato direttamente in Cdm per essere valutato da vertici di governo.
Le sanzioni per chi non rispetta questa regola verranno versate per il 50% nel bilancio dello Stato.
Fra le altre novità c’è il ritorno dell’accisa mobile, introdotto dalla finanziaria del 2008, che prevede un taglio che corrisponde all’aumento del gettito Iva sul prezzo del petrolio e dei prodotti energetici usati come carburanti o combustibili per il riscaldamento per usi civili, allo scopo di compensare le entra dell’imposta sul valore aggiunto che derivano dalla variazione internazionale del prezzo del petrolio greggio.
Il taglio delle accise può essere adottato se il prezzo aumenta, rispetto al precedente bimestre in base a quello di riferimento, tuttavia tiene anche conto dei prezzi del quadrimestre precedente.
Parliamo ora di bonus, partendo da quello di 60 euro per gli abbonamenti ai mezzi di trasporto. Destinato alle persone con reddito inferiore a 20mila euro, il buono recherà il nome del beneficiario e non è cedibile.
Altro bonus approvato dal decreto è quello destinato ai dipendenti, i datori di lavoro infatti potranno elargirlo fino a 200 euro senza concorrere alla formazione del reddito dei lavoratori. La misura vale per tutto l’anno in corso.
Nel decreto sulla trasparenza dei prezzi non compaiono riferimento a tetti sui listini delle pompe in autostrada, sebbene l’ipotesi era circolata nei primi giorni ma aveva sollevato diversi dubbi.
Ulteriore novità riguarda la Commissione di allerta rapida di sorveglianza, che ha il compito di monitorare la dinamica dei prezzi dei beni di largo consumo, in base all’andamento dei costi delle materie prime a livello internazionale.
Fanno parte di questa Commissione Istat, Ismea, Guardia di Finanza, Unioncamere e un rappresentante delle Autorità indipendenti competenti per settore, nonché altri appartenenti alle associazioni dei consumatori e uno delle Regioni.
E se molti, come Matteo Renzi, non sono contenti di come sta agendo la Meloni a riguardo, i sindacati affermano che il testo deve essere migliorato, tuttavia un aspetto positivo c’è, ovvero la revisione alla Finanziaria del 2008 per quanto riguarda l’accisa mobile.
“C’è ancora spazio per ulteriori aggiustamenti”
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