L’attivista Carola Rackete ha deciso di candidarsi per il Parlamento Europeo, con il partito di sinistra radicale Die Linke.
“A Bruxelles sarà il cane da guardia degli ecologisti” ha affermato l’ex comandante della Sea Watch 3, divenuta nota a livello internazionale quando, proprio nel ruolo di comandante, decise di forzare la chiusura del porto di Lampedusa nel 2019 e venne arrestata con l’accusa di resistenza a una nave da guerra e tentato naufragio. Da quell’episodio ne è nata una discussione violenta con Salvini, finita in Tribunale ma l’evento ha diviso l’opinione pubblica in sostenitori dei suoi metodi per portare in salvo i 42 migranti che aveva a bordo, e coloro che invece l’hanno condannata fin dal primo momento. Oggi torna sulle pagine di cronaca, stavolta politica.
Carola Rackete arriva al Parlamento Europeo
L’attivista ecologista tedesca Carola Rackete torna di nuovo a far parlare di sé. Sembra passata una vita da quando era al comando della Sea Watch 3, in prima linea impegnata nelle attività di salvataggio dei migranti in mare, invece era solo prima della pandemia.
Stavolta si trova fra le notizie del giorno per l’annuncio della sua candidatura al Parlamento Europeo, con il partito di sinistra radicale Die Linke, alle prossime elezioni europee. La notizia è stata confermata anche dai leader dello schieramento politico, anche se bisognerà aspettare l’ufficializzazione delle liste del prossimo novembre.
Il mandato a Bruxelles servirà alla ragazza per essere, come lei stessa si è definita, il cane da guardia delle associazioni ecologiste.
In un’intervista alla rivista Spiegel ha spiegato che la sua presenza sarà importante per comunicare in entrambi i sensi, sia il volere dei movimenti che le decisioni del Parlamento. Un ruolo a cui da anni ambisce, tuttavia sarà una candidata indipendente, numero due della lista, subito dopo il copresidente del gruppo Martin Schirdewan.
L’annuncio ha fatto molto discutere ma d’altronde tutto quello che la riguarda fa notizia. Da anni non sentivamo parlare di lei, dopo che anni fa è stata bloccata dalla polizia tedesca mentre si arrampicava vestita da pinguino, per salvare una foresta secolare in Germania, oggi si sta impegnando in un ruolo importantissimo e forse anche i più scettici potrebbero ricredersi sulla controversa figura di Carola, perché nel suo cuore ci sono temi importanti che poi ci coinvolgono tutti.
Chi è Carola Rackete
Dopo le avventure nel Mar Mediterraneo che l’hanno fatta conoscere in tutto il mondo, Carola era tornata a Preetz, suo paese d’origine in Germania. Classe 1988, ha conseguito una laurea in scienze navali e trasporti marittimi, seguendo le orme del padre che è stato tenente colonnello delle forze armate della Repubblica Federale di Germania, occupandosi per trent’anni di elettronica e spionaggio.
Per un breve periodo ha lavorato come volontaria per la tutela dell’ambiente all’interno della Riserva naturale di Kronockij, poi ha prestato servizio sulle navi di ricerca marina e polare, navigando per spedizioni scientifiche in Artide e Antartide.
I fatti che più la ricordano però sono quelli di giugno e luglio del 2019, quando raccolse con la Sea Watch 3, di cui era diventata capitano da poche settimane, 53 migranti nel Mediterraneo a largo della costa libica. Dopo aver respinto un’offerta di attracco a Tripoli perché considerata non sicura e dopo che le era stato rifiutato di attraccare a Marsiglia, si diresse a Lampedusa.
Il 14 giugno l’Italia chiuse i porti e l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini rifiutò di fare attraccare la nave di Carola Rackete fin quando altre nazioni europee non avessero accettato di prendere le persone a bordo. Mentre molti si stavano offrendo, la comandante tedesca decise comunque di attraccare e lo fece il 29 giugno, senza autorizzazione.
Scesa a terra spiegò che i migranti erano esausti e aveva dovuto prendere quella decisione, per la quale fu arrestata con reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e resistenza a navi da guerra. Il primo a farle la lotta fu proprio Salvini dicendo che la Sea Watch 3 aveva tentato di affondare una motovedetta italiana.
La vicenda di Carola fu la fine di un lungo braccio di ferro con le autorità italiane, il governo infatti per giorni le negò di attraccare ma lei, definita eroina dei migranti, occupò una piattaforma nel porto di Lampedusa ormeggiando comunque la nave di ricerca e soccorso.
La Germania si oppose all’arresto e in effetti in seguito l’inchiesta fu archiviata perché Carola aveva adempito al dovere di salvataggio previsto dal Diritto Nazionale e Internazionale del Mare.
Iniziò da allora una nuova vita come attivista per gli animali in via d’estinzione e le specie protette, il clima e l’ambiente. Per Carola, che oggi ha 35 anni, sono queste le nuove battaglie e proprio come la Thunberg la vediamo presente nelle piazze tedesche ed europee insieme ai manifestanti.
Tante le sue denunce contro la deforestazione e il riscaldamento globale. Ha anche creato un podcast dedicato e la sua denuncia politica nel nome della conservazione dell’ambiente, potrebbe arrivare presto anche in Parlamento, notizia che ha fatto riaccendere il dibattito sui social.