E’ partita la raccolta firme promossa dalla Cgil per il rinnovo della Carta dei diritti del lavoro, sia subordinato che autonomo, con l’obiettivo finale – forse un po’ ambizioso – di far diventare questo documento una vera e propria legge d’iniziativa popolare che ha lo scopo, nel quadro d’insieme proposto dal sindacato, di ridare dignità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici. Quali norme sono contemplate in quello che potrebbe diventare il nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori?
Dopo aver presentato la Carta dei Diritti Universali del Lavoro, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha esortato i lavoratori e le lavoratrici italiane a scendere in piazza, e nelle sedi locali del sindacato, per raccogliere le firme che, nei progetti del sindacato, sono destinate a cambiare interamente il mondo del lavoro.
”Dai nuova vita ai diritti, firma la legge di iniziativa popolare per la Carta dei diritti universali del lavoro: il nuovo statuto, patrimonio di dignità e libertà”. Sono queste le parole che si leggono sui volantini distribuiti dalla Cgil che ha invitato lavoratori, giovani e pensionati iscritti alla sigla sindacale a sostenere la sua proposta. Insieme alla Carta sono proposti anche tre quesiti referendari su norme che limitano le sanzioni e il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, le norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti, il lavoro accessorio.
Sono infatti quattro le firme da apporre al documento, secondo quanto illustrato in una nota della Cgil: ”La prima per la proposta di legge per il nuovo Statuto, che estenda diritti a chi non ne ha (lavoratori parasubordinati, veri o finti autonomi, professionisti e atipici, flessibili, precari) e li riscriva per tutti alla luce dei grandi cambiamenti di questi anni”, mentre altre tre firme serviranno per i quesiti referendari a supporto della proposta di legge: abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti, abrogazione del lavoro accessorio (voucher) e abrogazione delle norme che limitano le sanzioni e il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi.
Si legge ancora sul sito del sindacato: ”Con il nuovo Statuto la Cgil vuole innovare gli strumenti contrattuali preservando quei diritti fondamentali che devono essere riconosciuti ed estesi a tutti, senza distinzione, indipendentemente dalla tipologia lavorativa o contrattuale, perché inderogabili e universali. Diritti che vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente, un aggiornamento costante di saperi e competenze. Per ricostruire un diritto del lavoro a tutela della parte più debole nel rapporto di lavoro”.
Su Twitter sono stati lanciati due hashtag, #sfidaxidiritti e #cartauniversale
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