Il processo sportivo, in Italia, contro la Juventus per quanto riguarda il caso plusvalenze, la manovra stipendi, i rapporti con gli agenti e anche quelli con le società partner si è concluso con dieci punti di penalizzazione per la squadra di Massimiliano Allegri (scontati nel campionato che si è concluso il 4 giugno) e un’ammenda, ma quello ordinario, giudiziario (per meglio dire) deve ancora cominciare, se lo farà. Se i dirigenti, ex dirigenti bianconeri, infatti, saranno rinviati a giudizio (e anche dove) si saprà solo a novembre, intanto, però, qualche capo d’accusa potrebbe cambiare nei loro confronti.
Secondo quanto riferito da Repubblica, per Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato è stata chiesta l’archiviazione per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti almeno per quanto riguarda le “operazioni foriere di plusvalenze fittizie“, che non avrebbero di fatto alterato il bilancio essendo a somma zero. Non solo, però, perché a cadere dovrebbe essere anche l’accusa nei confronti del collegio sindacale, che era all’oscuro della manovra stipendi, delle side letter, o della famosa carta segreta da 19 milioni di euro di Cristiano Ronaldo.
I pm della procura di Torino, che hanno indagato per mesi nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui conti della Juventus e che hanno chiesto il rinvio a giudizio per dodici dirigenti ed ex dei bianconeri e per la stessa società, intesa come persona giuridica, hanno deciso di cambiare le carte in tavola.
Dai reati contestati, ovvero falso delle comunicazioni sociali, false comunicazioni rivolte al mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, aggiotaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti, infatti, secondo quanto ha riportato Repubblica, dovrebbe sparire l’ultima, per cui è stata richiesta l’archiviazione per l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici, gli ex Cfo Marco Re e Stefano Bertola, e l’attuale attuale Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Cerrato.
Con riguardo alle “operazioni foriere di plusvalenze fittizie”, si legge nelle motivazioni della procura, “è emersa la finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate“. Lo scambio, che consisteva, appunto, nell’acquistare e cedere calciatori senza passaggio di denaro è stato ritenuto neutro, o meglio “a somma zero” sotto il profilo finanziario. Meglio, le operazioni, secondo loro, servivano solo a consentire un ricavo nell’immediato, “spalmando i costi negli anni successivi, al fine di celare l’erosione del capitale sociale e raggiungere gli obiettivi imposti dal Financial Fair Play“. In pratica, pur avendo pompato il valore dei cartellini, “la Juventus non ha avuto alcun concreto vantaggio fiscale da queste operazioni“, hanno concluso sulla questione.
Perché, in realtà, sempre secondo quanto riferito dal quotidiano romano, i pm avrebbero chiesto di archiviare le accuse nei confronti dei tre ex “sindaci” dei bianconeri per quanto riguarda la manovra stipendi, le side letter o la famosissima carta segreta di Cristiano Ronaldo, per cui ballano 19 milioni di euro.
Come avevano già detto in sede di colloquio, infatti, sia l’allora presidente del collegio sindacale Paolo Piccatti, sia Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici erano all’oscuro degli accordi che avevano sottoscritto con i calciatori gli ex dirigenti sulle mensilità dell’anno della pandemia e quello dopo. “Tutto questo ambaradan non ci è mai stato comunicato. Se l’avessimo saputo, ci saremmo agitati non male. Sono scosso e arrabbiato“, hanno spiegato, specificando che quello che hanno letto “sugli atti di questo fascicolo delle chat e delle scritture, ci siamo sorpresi e arrabbiati“.
Se avessero avuto sentore che qualcosa era stata fatta in maniera non limpida, infatti, avrebbero approfondito, ma loro, appunto, non avevano visto nulla, né sono stati informati del contenuto e dell’architettura contrattuale con i 17 giocatori coinvolti. Le manovre, d’altronde, “nei cda avrebbero dovuto emergere, sicuramente l’informativa dovevano darla“.
E quindi, la richiesta di archiviazione per falso in bilancio per i componenti del collegio sindacale, che è stata motivata dalla procura spiegando che “né dai documenti in sequestro, come le mail, né dalle intercettazioni, è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte“. Piuttosto, hanno scritto, “con riguardo alla seconda manovra stipendi è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattative con i giocatori“.
Per le plusvalenze, si legge ancora, il richiamo è al revisore esterno, la Ernst & Young: “Non spettava ai tre sindaci la valutazione sulla veridicità e congruità delle singole poste di bilancio, tra cui la voce dei ‘proventi da gestione diritti calciatori’, compito di esclusiva pertinenza dei revisori pro tempore interessati“.
I social, che all’occorrenza si trasformano anche in aule di tribunale, hanno accolto con favore questa notizia sulla richiesta di archiviazione da parte dei pm sul caso plusvalenze per gli ex dirigenti della Juventus. È proprio su questo filone d’inchiesta, infatti, che la squadra di Massimiliano Allegri ha avuto più problemi con la giustizia sportiva, avendo avuto come pena uno sconto di dieci punti in classifica, che li ha portati dal terzo posto al settimo. Essendo caduta, per loro, l’accusa, gli uomini del tecnico toscano non sarebbero dovuti essere puniti.
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