Le cartelle di Equitalia sono il peggior incubo degli italiani. Sulla questione è intervenuta la Corte di Cassazione con un’importante ordinanza (nr. 20213/15), nella quale ribadisce un orientamento favorevole al contribuente: in concreto, in caso di notifica di cartella esattoriale, interviene la prescrizione quinquennale.
Tale ordinanza ha una rilevanza strategica enorme per tutti quei cittadini che si trovano sotto l’assedio di Equitalia: con questo precedente, i contribuenti avranno molte più carte a propria disposizione per potersi difendere, facendo annullare tonnellate di cartelle esattoriali finite in prescrizione.
Come si deve procedere? E’ semplice, sarà sufficiente richiedere direttamente a Equitalia l’estratto di ruolo e verificare che le cartelle esattoriali facciano riferimento a debiti prescritti.
In caso di rifiuto, ha spiegato l’avvocato Carlo Claps, presidente di Aidacon Consumatori, è possibile impugnare il provvedimento entro i termini di legge: ‘Da sempre sosteniamo che, in caso di notifica di cartella esattoriale, il contribuente che precedentemente non ha ricevuto alcun atto notificato, può eccepire la prescrizione quinquennale. La cartella esattoriale infatti non può essere paragonata ad un provvedimento definitivo come una sentenza di un giudice o un accertamento dell’Agenzia delle entrate. Pertanto, avverso la cartella si potrà eccepire la prescrizione di 5 anni ex art. art. 2948 e non quella decennale ex art. 2946’.
Per un’applicazione pacifica del termine di prescrizione, il creditore chiamato in causa avrà l’obbligo di presentare il provvedimento amministrativo di accertamento o la sentenza passata in giudicato, emessi in un periodo necessariamente precedente all’emissione delle cartelle. In caso ciò non avvenga, la prescrizione quinquennale interverrà d’ufficio.