La legge di stabilità potrebbe contenere una vera e propria sanatoria per le cartelle esattoriali di Equitalia che ammontano ad una cifra inferiore ai 300 euro. E’ stato introdotto a questo proposito uno specifico provvedimento contenuto in uno dei tanti emendamenti alla legge di bilancio, che ha trovato approvazione alla Camera. L’emendamento stabilirebbe che tutte le cartelle esattoriali vecchie, che risalgano dal 2000 in poi e che abbiano un importo inferiore ai 300 euro, potrebbero essere rottamate.
Almeno il 70% di queste cartelle è già destinato ad una procedura di rottamazione da parte di Equitalia. La cifra totale ammonterebbe a circa 380 miliardi e potrebbero beneficiarne soprattutto quegli evasori che non pagano il canone Rai e le multe per divieto di sosta o per eccesso di velocità.
Le nuove norme
Le disposizioni contenute nella finanziaria 2015 non dichiarano di punto in bianco che queste multe non debbano essere pagate. Infatti l’emendamento specifico alla legge di stabilità stabilisce in particolare che la rottamazione riguarda soltanto i concessionari della riscossione, come appunto Equitalia. Gli enti di riscossione, come, ad esempio, i Comuni, potrebbero decidere di portare avanti in autonomia un incasso forzoso delle cifre non versate.
Questa rimarrebbe soltanto una possibilità teorica, anche se ciò non vuol dire che le multe non pagate non verrebbero mai più riscosse. Infatti le nuove norme impongono che Equitalia metta in atto un tentativo di riscossione, cominciando dalle cifre che risalgono ad un periodo più recente. In questi casi, infatti, le possibilità di successo sarebbero maggiori. Sono stabilite più ondate di solleciti. La prima riguarderebbe le cartelle del 2014. Poi nel 2018 si provvederebbe ad incassare o a rottamare le cifre in sospeso dal 2013, nel 2019 quelle del 2012, e si andrebbe avanti fino al 2031, fino ad arrivare alle cartelle del 2000.
Lo Stato in questo modo, attraverso la rottamazione e permettendo di eseguire controlli che poi sarebbero soltanto formali, si metterebbe al riparo da eventuali accuse della Corte dei Conti, che potrebbe avviare azioni di responsabilità per tentativi di incasso che si ritengono falliti in partenza. Da tempo la magistratura contabile si sta occupando di queste partite fiscali che nella loro forma sono soltanto figurative, in quanto i crediti vengono messi a bilancio, ma si sa benissimo che non verranno mai incassate le cifre corrispondenti ad essi.
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