[didascalia fornitore=”ansa”]Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri sui maltrattamenti nei confronti di anziani ospiti di una casa di riposo di Castellamare del Golfo[/didascalia]
La casa degli orrori: così è stata ribattezza la casa di riposo di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, dove gli anziani venivano picchiati, insultati e umiliati da alcuni operatori. Al termine delle indagini sono state arrestate quattro persone: il gestore della casa di cura e tre dipendenti.
L’inchiesta è stata portata avanti attraverso le telecamere posizionate dai carabinieri nella struttura, dopo le prime denunce. Le immagini hanno mostrato scene di inaudita violenza. Gli ospiti della casa di riposo venivano picchiati, derisi, puniti per qualsiasi cosa. Un’anziana, solo per fare un esempio, è stata schiaffeggiata per aver sporcato il pannolone. Un’altra è stata costretta con la forza a pulire il pavimento con la faccia. Altri venivano minacciati di essere «legati come una mummia» se avessero protestato per le botte.
Agghiaccianti le conversazioni tra gli operatori intercettati. «Come si deve fare con questa pazza? Gli si mette un tappo nel culo», chiede un operatore. E l’altro risponde così: «Io oggi non gli do da mangiare, per me può morire». «Stai morendo? Brucia?», inveisce un’operatrice contro un’anziana dolorante.
«Difficile immaginare trattamenti più disumani»
«È difficile anche solo immaginare trattamenti più disumani e degradanti, che si spingono a forme di deprivazione sensoriale tipiche della vera e propria tortura – ha spiegato il gip – Difficile anche credere che degli esseri umani possano essere talmente crudeli e spietati nei confronti di altri esseri umani, per di più inermi per le precarie condizioni di salute e affidati loro per ragioni di salute».
Gli inquirenti, definendo questa casa di riposo «un lager», hanno sottolineato «l’intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione di continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti».
«Nostra zia aveva il terrore di denunciare»
«Nostra zia aveva il terrore, oggi ci ha confessato che in tutti questi mesi non ci ha mai raccontato niente dei maltrattamenti subiti nella casa di riposo, perché la minacciavano», racconta all’Adnkronos la nipote di una novantenne vittima delle violenze. «Una volta andai a trovarla e aveva dei lividi sul naso – continua – Nostra zia ci ha risposto che era caduta sbattendo la faccia. E noi le abbiamo creduto. In un’altra occasione aveva un livido nero sulla mano. E ci disse che in un momento di ira aveva battuto il pugno sul tavolo. Insomma aveva sempre una giustificazione». La verità, tremenda, però alla fine è venuta a galla.
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