Un giovane pestato a sangue e lasciato lì a terra. E, stando alle prime indagini, a ridurlo in quello stato sarebbe stato una baby gang. È accaduto a Casale Monferrato, ma sono ancora molto i lati oscuri della vicenda.
Aveva 35 anni e si trovava nei pressi della stazione ferroviaria quando è stato aggredito. Ma cosa è successo?
Christian, 35 anni, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Circondato da una banda di ragazzini con il solo scopo di massacrarlo di botte. Questo è ciò che è successo a Casale Monferrato, nei pressi della locale stazione ferroviaria. Il giovane aggredito è stato lasciato lì a terra: nessuno l’ha aiutato, se non un gruppo di pensionati che stavano chiacchierando poco lontano dal luogo dell’aggressione.
Il tutto è accaduto venerdì pomeriggio. Christian è stato prontamente soccorso dal personale del 118 intervenuto e, date le sue condizioni, è stato immediatamente trasportato in ospedale. Le sue condizioni id salute sono, però, precipitate e, domenica mattina, il suo cuore ha smesso di battere. E’ morto nel reparto di rianimazione: troppe le lesioni interne riportate.
Non ha avuto modo di difendersi, nemmeno quando era a terra sanguinante e i ragazzini lo pestavano. Solo, poco prima di spirare, è riuscito a rivelare agli uomini dell’Arma dei Carabinieri che era stato picchiato. Da lì, i Carabinieri di Alessandria, insieme a quelli di Casale Monferrato, sono riusciti a individuare il gruppo della baby gang assassina e uno di questi è stato arrestato e portato in carcere.
Non è stato rivelato né il nome né l’età della persona arrestata, si conosce soltanto che si tratta di un ragazzo. Sulla vicenda è mantenuto il massimo riserbo. Ciò che trapela è che, ad uccidere Christian, non sia stata una sola persona ma un gruppo, tutti armati di spranghe e anche di una violenza inaudita. Il loro unico e solo scopo era quello di uccidere, il primo a caso.
Christian, forse, è stata la vittima prescelta, o è stato scelto per pura fatalità. Il giovane viveva ancora con i genitori ed aveva una vita tranquilla. Attorno alla vittima, si cerca anche di far luce sulla sua vita, sul suo passato sia lontano che recente.
In un’intervista al quotidiano La Repubblica, la sorella della vittima ha escluso che uno dei moventi di tale pestaggio potesse essere quello della droga poiché il fratello “stava uscendo da quel mondo” e voleva tornare alla sua vita. I due, infatti, avevano un appuntamento proprio venerdì mattina.
La convinzione della sorella è che dietro la morte di Christian ci sia dell’altro, soprattutto perché nessuno riesce a spiegarsi come mai tanta violenza accanita tutta su di una sola persona che era, per giunta, anche indifesa.
Saranno le indagini dei uomini dell’Arma dei Carabinieri, coordinati dalla procura di Vercelli, a fare luce su un omicidio dai tratti ancora oscuri e sui quali è necessario fare chiarezza, anche per dare risposte concrete alla famiglia della vittima e giustizia allo stesso Christian.
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