CasaPound promossa dalla polizia: ‘Difende i più deboli’

Casapound

I neofascisti di Casapound con le loro azioni tutelano i più deboli, la violenza è da imputare ai centri sociali. Questo il succo di un’informativa inviata dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione alla magistratura, su richiesta di un giudice. Questi aveva chiesto al ministero informazioni sui cosiddetti fascisti del terzo millennio, in merito alla causa civile intentata nel 2011 da Mary Pound, figlia del poeta Ezra Pound, a tutela della sua immagine.

“Travisano le sue idee, sono violenti. Lui sognava l’incontro delle civiltà”, aveva attaccato la figlia novantenne del poeta americano, motivando la querela. La relazione assolve di fatto il gruppo capeggiato da Gianluca Iannone, protagonista invece di molti atti violenti. Gli scontri di piazza, secondo la polizia, sono da imputare “all’antifascismo militante”, quindi ai centri sociali.

Nell’informativa, datata 11 aprile 2015 e diffusa dal sito Insorgenze.net, si parla di un gruppo con “uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nelle rispetto delle gerarchie interne”, che sostiene “una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio”, attraverso “l’organizzazione di convegni e dibattiti cui sono frequentemente intervenuti esponenti politici, della cultura e del giornalismo anche di diverso orientamento politico”, ma sempre “nel rispetto della normativa vigente e senza dar luogo a illegalità e turbative dell’ordine pubblico”. “L’impegno primario” di CasaPound è finalizzato alla “tutela delle fasce deboli attraverso la richiesta alle amministrazioni locali di assegnazione di immobili alle famiglie indigenti, l’occupazione di immobili in disuso, la segnalazione dello stato di degrado di strutture pubbliche per sollecitare la riqualificazione e la promozione del progetto Mutuo Sociale”.

Non si fa riferimento al fascismo né a comportamenti xenofobi. Si riconosce che tra loro ci sono “elementi inclini all’uso della violenza”, ma viene “intesa come strumento ordinario di confronto e di affermazione politica oltre che metodo per risolvere controversie di qualsiasi natura”. L’informativa si chiude così: “Per altro verso la sinistra radicale, gli ambienti autonomi e quelli anarco-insurrezionalisti, sotto la spinta del cosiddetto antifascismo militante non riconoscono a CasaPound e alle altre aggregazioni politiche di estrema destra il diritto all’agibilità politica”.

La polizia prende le parti di un gruppo di estrema destra e la sinistra insorge. “È una vicenda incredibile – attacca Arturo Scotto di Sel – ed è inaccettabile che le violenze di CasaPound vengano definita una risposta all’antifascismo militante”. Sinistra Italiana ha annunciato che presenterà una interrogazione parlamentare così come il deputato del PD Fabio Lavagno: “Va bene che il movimento di estrema destra cerca forme di legittimazione e visibilità continuamente, non da ultima l’adesione al Family day e le manifestazioni comuni con la Lega di Salvini; vedere però che questa descrizione sta nero su bianco in una nota della polizia al Ministero dell’interno risulta piuttosto inquietante”.

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