Continua la vicenda intorno all’anarchico Alfredo Cospito, l’anarchico in regime di 41 bis al carcere milanese di Opera.
Fra diverse manifestazioni di chi chiede la revoca del carcere duro, ci sono anche minacce potenti, come la telefonata che in queste ore è arrivata alla redazione del giornale Il Carlino, che preannuncia un attentato a Bologna.
Mette paura il caso di Alfredo Cospito, non tanto per il diretto interessato, che è stato raggiunto dal regime del 41 bis nel carcere di Opera dove è detenuto per diversi reati come la gambizzazione dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi e l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano.
Molti chiedono misure meno dure per l’anarchico, a partire da lui stesso che da ottobre sta seguendo lo sciopero della fame facendo peggiorare sempre di più le sue condizioni di salute e provocando diversi disordini all’esterno.
L’ultima minaccia è arrivata al giornale Il Carlino, che ha ricevuto una telefonata anonima dal contenuto molto pericoloso, infatti viene annunciato un attentato a Bologna. Nella stessa redazione è giunta anche una lettera contro Meloni e Crosetto. Intanto continuano le agitazioni e gli atti di vandalismo, l’ultimo dei quali c’è stata a Venezia, dove sono apparse scritte a favore di Cospito sul Ponte della Costituzione.
“A Bologna ci sarà un attentato in relazione ai fatti di Alfredo Cospito”, questo il testo della telefonata giunta il 31 gennaio alla portineria del famoso giornale bolognese, fatto su cui sta indagando la Digos per capire da chi è stata effettuata e se veramente la notizia è veritiera, in ogni caso il panico è già dilagato in città.
A riportare la terribile notizia è stato il giornale simbolo di Bologna e anche il Qn, in seguito gli agenti della Digos sono intervenuti in via Mattei per parlare con il personale, cominciando da colui che ha risposto alla telefonata.
Ora sono in corso le indagini per rintracciare l’interlocutore ma non si tratta dell’unica minaccia, infatti è arrivata anche una lettera contro il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
In questa si attacca la politica intrapresa dal governo in merito a questo caso e all’Ucraina. L’ignoto mittente scrive che in caso di persistenza, “Saremo costretti a prendere provvedimenti seri”.
A Venezia intanto si è verificato l’ennesimo atto vandalico in risposta della condizioni carcerarie di Cospito, lo storico Ponte della Costituzione infatti è stato imbrattato da alcuni attivisti anarchici.
L’atto ha interessato le vetrate corrimano del quarto ponte sul Canal Grande disegnato dall’architetto Santiago Calatrava. La scritta recita “Cospito libero” ed è tata subito ripulita fra gli applausi di alcuni passanti che hanno assistito alle operazioni di rimozione.
Il Ponte in questione è stato aperto 15 anni fa ed è stato sempre oggetto di gesti analoghi, a cominciare dalle scritte che lo imbrattano fino alla rottura delle spalle di marmo.
Quello di Alfredo Cospito è diventato un vero caso nazionale che come spesso accade, divide l’opinione pubblica.
Classe 1967, Alfredo Cospito è accusato di due attentati ed è il primo anarchico a finire in regime di 41 bis, misura decisa lo scorso maggio e che durerà 4 anni.
Da tre mesi sta seguendo lo sciopero della fame e per questo motivo sta sempre peggio. È considerato dagli investigatori uno dei leader degli anarchici del gruppo Fai. Da 10 anni è in carcere per l’attentato all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi.
Oltre a questo reato ne ha compiuti diversi altri, come quello alla scuola dei Carabinieri di Fossano, dove fortunatamente gli ordigni esplosi non hanno provocato vittime. Questo caso è stato classificato come strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo.
Il 41 bis è stato richiesto dai magistrati nei confronti dell’uomo per tagliare i legami del detenuto con l’esterno, infatti sono stati trovati alcune suoi scritti filtrati all’esterno dove dava indicazioni su obiettivi da colpire.
Nonostante ciò le insurrezioni continuano e per questo motivo molti, come l’avvocato di Adinolfi, sostengono che questo regime sia inutile.
Ad accogliere i suoi appelli allo scontro non sarebbero solo gli anarchici e a tal proposito il ministro Piantedosi ha messo in guardia dal rischio di ricompattamento dell’antagonismo, come si è visto in una manifestazione a Roma. La battaglia per Cospito può diventare in questo modo la bandiera che unifica diverse pulsioni antisistema che si agitano nella società.
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